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Analisi x tossicodipendenze sul posto di lavoro
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Lettera 
3 giugno 2009 0:00
 
lavoro da 12 anni in indesit company spa e da 10 anni come carrellista magaziniere, senza aver mai causato danni a cose o persone. ultimamente mi hanno dato comunicazione di recarmi il giorno successivo in infermeria dietro la mensa x sottopormi ad analisi del sangue e delle urine x la verifica di assenza di tossicodipendenza sul lavoro... queste analisi in genere vedono circa 30 giorni in dietro e io mi chiedo... dove finiscono i miei diritti non di lavoratore ma di individuo la riservatezza dove e' finita? se si parla di sicurezza xche non vengono fatte analisi tipo tamponi o palloncini che vedono un max di 24 ore? xche questi prelevi e analisi vengono svolti da un laboratorio privato nel cui staff fa parte anche il medico dell'azienda in cui lavoro? questo ambulatorio rispettera' dati sensibili?... io ho rifiutato queste analisi e mi hanno cambiato mansione.. attualmente lavoro in linea di montaggio dove lavoravo 10 anni fa...
siccome in bacheca e' stato messo il foglio relativo a queste analisi x determinate mansioni e tutti sapevano che dovevano essere fatte il mio cambio di mansione e' stato da molti interpretato come... alessandro si DROGA... gli hanno cambiato mansione xche e' TOSSICODIPENDENTE... io sinceramente credo che tutto questo leda fortemente la mia persona e metta in cattiva luce la mia integrita' onestamente credo che tutto questo mi stia danneggiando sia in ambito lavorativo che nel mio privato...mi interessava sapere se tutto questo e' giusto o se invece come a me sembra la cosa che stanno facendo e la metodologia renda tutto questo ANTICOSTITUZIONALE. ringrazio in anticipo.
Alessandro, da Genga (AN)

Risposta:
proprio perchè credo di non potere essere sospettato affatto di essere filogiustizialista, quello che sto per dirle la sorprenderà, ma reputo sia osservazione aderente al vero.
Penso che i suoi diritti individuali di lavoratore non siano per nulla compressi o vulnerati dal tipo di verifiche cui Lei fa riferimento.
Intendiamoci, il datore di lavoro deve garantire in modo ultrarigoroso la correttezza delle analisi nonchè della gestione dei dati ottenuti, con eventuale distruzione degli stessi, dopo il loro uso, di modo che essi non possano passare a terzi e formare oggetto di usi indebiti.
Il datore di lavoro, però, come ha il sacrosanto dovere di operare per prevenire infortuni e malattie professionali, ha - sempre nella medesima ottica - il diritto di verificare periodicamente le condizioni psico fisiche dei propri dipendenti.
Credo che sotto questo specifico ed importante profilo le rappresentanze sindacali non sensibilizzino abbastanza i lavoratori con un'informazione seria e corretta, così che si possano evitare equivoci di sorta.
Lei, a mio parere ha commesso un errore rifiutando di sottoporsi all'analisi.
Devo, inoltre, dirle che la metodologia di controllo - quando garantisca la privacy dell'interessato e la corretta esecuzione dell'esame tecnico - non possa formare oggetto di contestazione e, dunque, il suo rifiuto Le è costato un distacco ad altro settore.
Credo che nulla c'entri la Costituzione che oggi è divenuta una icona per tutti coloro (non mi rivolgo a Lei in maniera specifica) che non hanno altra giustificazione alle proprie posizioni.
Avv. Zaina
 
 
 
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