"Credo, che sia opportuno cambiare la legge sulle droghe, perchè è vetusta. La legalizzazione delle droghe leggere, con altri interventi, potrebbe sottrarre terreno al traffico internazionale, e avrebbe il vantaggio di far concentrare la fase investigativa sul livello alto delle organizzazioni criminali e sulla filiera economica che ne deriva". Così la dichiarazione del procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, nel gennaio scorso.
Il messaggio dovrebbe essere chiaro ai gruppi politici presenti in Parlamento, alcuni dei quali sono più attenti ai voti che alla soluzione dei problemi della nostra società. La legalizzazione (non la liberalizzazione) della cannabis è stata affrontata da alcune proposte di legge, ora unificate e votate in Commissione Giustizia alla Camera dei deputati da PD, M5S, Leu e Radicali, contrari Lega, FdI e FI, astenuta Italia viva. La proposta, se diventasse legge, consentirebbe la coltivazione per uso personale di poche unità di cannabis.
Con la stessa finalità sono state raccolte le firme per un referendum promosso dalla Associazione Luca Coscioni.
Seguiremo l'evolversi della situazione, certo è che dopo decenni di dibattiti e opposizioni immotivate, si stanno cercando soluzioni a un problema che alcune forze politiche si ostinano a non ricercare. E' la differenza di chi vuol governare alcuni fenomeni sociali e chi auspica soluzioni repressive che a nulla sono servite e servono.
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