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Firenze e spaccio droghe illegali. Evitare di farsi più male
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Comunicato di Vincenzo Donvito
19 febbraio 2021 9:10
 
Uno dei mercati floridi nonostante la pandemia, è quello delle droghe illegali. Arresti e sequestri sono cronaca, ovunque. Tranne in quei Paesi, soprattutto Stati Usa, dove si è provveduto a legalizzare, anche nelle ultime elezioni presidenziali (1).
Firenze, non è diversa. In Italia possesso e consumo per uso personale è depenalizzato (sanzioni amministrative e non pene), ma da qualche parte il prodotto da consumare deve arrivare… e traffici e spaccio continuano, anche con consegna a domicilio e web.
Mentre la polizia si barcamena tra fermi e generiche presenze, il fastidioso spaccio per strada continua. Il partito Fratelli d’Italia chiede una task force delle autorità e dicono che loro faranno delle ronde/presìdi per scoraggiare il mercimonio. Iniziative già viste in tanti luoghi e che, oltre a far sentire utili chi le fa, non incidono sul problema e contribuiscono all’insicurezza pubblica.
Vediamo.
Da una zona presidiata, lo spacciatore si sposta. La presenza di ronde/presìdi privati indica assenza dello Stato ed è improduttivo, visto che, nel caso possono solo avvisare la polizia.
Ci dobbiamo tenere gli spacciatori per strada? Sembra di sì. I passaggi della polizia riducono il danno ma, a differenza delle iniziative private, non ne creano altri. E sia chiaro: non incidono su distribuzione e consumo. Il problema specifico non è l’offerta illegale, ma la domanda: finché c’è, il mercato c’è sempre.
La risposta razionale è legalizzazione e regolamentazione di questo mercato, come in molti Stati Usa (1). Ma chi ha un approccio ideologico al problema preferisce usare i propri dogmi aggiungendo danno privato a quello istituzionale di non-legalizzazione.

1 - con risvolti economici e fiscali a vantaggio di imprenditoria, occupazione e bilanci statali.
 
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