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Droghe. Cambiare politica per evitare che il consumo cresca nuovamente una volta passata la crisi economica
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
22 giugno 2010 13:25
 
 C'e' voluta la crisi economica per interrompere il costante aumento dei consumatori di sostanze stupefacenti in Italia, almeno secondo la relazione annuale del Dipartimento politiche antidroga al Parlamento. Questo significa che quando la crisi sarà passata, i consumi potrebbero tornare a crescere ai livelli precedenti.
A meno di non voler considerare la politica economica del Governo e la crisi globale dell'economia come validi strumenti di lotta al consumo di droghe, è indispensabile rivalutare le attuali politiche antidroga inefficaci e dannose.
Siamo convinti anche noi, come il primo ministro Silvio Berlusconi, che il calo dei consumi sia un duro colpo alla criminalità organizzata e alla microcriminalità. Ci limitiamo a suggerire una via per togliere alle mafie il 100% dei guadagni sul traffico di stupefacenti ed eliminare la microcriminalità legata allo spaccio e all'acquisto di droghe: legalizzare e controllare il mercato degli stupefacenti al pari di alcool e tabacco, le due droghe che ogni anno uccidono nel mondo diversi milioni di consumatori in più rispetto a tutte le sostanze stupefacenti illegali complessivamente. Grazie ad un mercato rigidamente controllato e alla luce del sole, sotto la supervisione di medici e operatori sanitari, il tossicodipendente sostituirebbe lo spacciatore e la sostanza tagliata da mercanti di morte con strutture mediche in grado di limitare al massimo i danni alla salute. Le carceri si svuoterebbero di tossicodipendenti, non più costretti a delinquere per comprarsi la dose, e imponenti risorse economiche, giudiziarie e di polizia oggi destinate ad una guerra alla droga che dura senza risultati da quarant'anni potrebbero essere destinate a servizi essenziali quali la sanità, la giustizia, l'educazione e la ricerca scientifica.
 
 
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