Molte aziende, e/o associazioni delle stesse, hanno necessità di sapere, oltre al riscontro economico, anche quello di gradimento dei propri prodotti e servizi. Un buon metodo per la propria informazione, ma a nostro avviso senza crismi e dannoso per l'informazione più generale.
C’è una fiera del vino, ecco la statistica sul gradimento del vino. C’è un’immagine un po’ rovinata dei propri servizi di taxi, ecco la statistica che ci dice che sono il top dei top. E poi la birra, i cibi biologici, etc.
La caratteristica diffusa è che i risultati di queste statistiche sono quasi sempre positivi per chi li ha commissionati. Almeno quelli che ci vengono fatti conoscere, ché non è detto che qualcuno ha dei risultati non graditi rispetto alle aspettative, e se li tiene strettamente per sè.
Queste statistiche è possibile che siano raccolte con tutti i crismi della scienza statistica, ma non possiamo escludere che chi commissiona queste indagini possa in qualche modo influire perché poi i risultati delle stesse siano in base alle proprie aspettative.
False, pilotate, condizionate? Sì e no. Perché le indagini di mercato dipendono anche dalle domande che vengono poste: se si vuole ottenere una certa risposta, non è difficile porre una domanda che indirizzi a quella specifica risposta.
C'è quindi un doppio aspetto. La manipolazione della statistica perché dia certi risultati, fino a vere e proprie falsità.
Chi controlla chi? Salvo rari casi, c’è conflitto di interessi, essendo chi paga la statistica lo stesso che è interessato a risultati che siano positivi per il proprio obiettivo.
Dovremmo quindi non fidarci delle statistiche?
La risposta è sì, tendenzialmente. Perché, pur se dipende da caso a caso, siccome non abbiamo strumenti per valutare la mancanza di questo conflitto di interessi, per evitare di farsi male è meglio non entusiasmarsi o rattristarsi quando ci viene comunicato che si consuma o si usa tanto o poco, bene o male, di questo o quell’altro. Sono numeri, messi insieme col molto probabile conflitto di interesse di chi ha commissionato la statistica… numeri che è bene valutare nella loro asettica mancanza di riscontro. E’ facile riconoscersi in essi o non riconoscersi, ma accade solo per la propria individuale esperienza, ché l’oggettività non ha basi per credibilità. Quante volte sentiamo dire, siccome si pensa in un certo modo e altrettanto accade per la propria cerchia di frequentazione, che quella è l’opinione della “gente”. Niente di più falso!
Allo stato dei fatti, per quanto autorevoli possano essere le fonti di certi dati, questo è quello che crediamo vada considerato. Ma, proprio in virtù dell'autorevolezza , nello stesso tempo spezziamo una lancia a favore dell’Istituto Nazionale di Statistica. Chè l’Istat, come base e investimento pubblico, è al momento l’unico servizio statistico di cui, per quanto possiamo essere arrabbiati nei confronti dello Stato, ci dà buoni indicatori di mancanza di conflitti di interessi e di altrettanto buone applicazioni della scienza statistica.
CHI PAGA ADUC l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile DONA ORA