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Metadone=Reddito di cittadinanza. Politiche cattive e ignoranti di chi vorrebbe governarci
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Comunicato di Vincenzo Donvito
6 settembre 2021 10:48
 
Secondo la leader di Fratelli d’Italia, il “Reddito di cittadinanza” sarebbe come un metadone di Stato, una sostanza legale che lo Stato dà ai tossicodipendenti in cura per evitare che continuino ad esser tali *. Senza entrare nel merito delle polemiche e delle iniziative sul sussidio statale ai meno abbienti, colpisce il paragone che Giorgia Meloni fa per meglio esplicitare il proprio pensiero. Paragone che, purtroppo, ci indica ignoranza e approssimazione.
La signora Meloni sembra non avere dimestichezza con il mondo della tossicodipendenza. E anche col mondo delle droghe illegali, nonostante lei sostenga il contrario in dichiarazioni e iniziative di stigmatizzazione di ogni droga che non siano alcol o tabacco.
Senso dello Stato vorrebbe che chi si candida alla guida del Paese, quando declama si informasse prima, oppure si attrezzasse con consulenti.

Cosa c’entra il metadone coi percettori del “Reddito di cittadinanza”? Nulla. Ma la leader della destra sembra giocare sull’ignoranza media in materia, e la facile associazione di metadone-droga-di-Stato alle droghe illegali che lei vorrebbe proibire più di quanto già non lo siano. E per questo fa strage anche delle tante persone che grazie al metadone si sono reinserite in società riconquistando anche la propria vita.
Come definire questo gioco politico? Parole semplici: ignorante e cattivo.

* Il metadone è una sostanza sostitutiva somministrata dai SerT (Servizi per le tossicodipendenze – Asl) per evitare, in logica di riduzione del danno, che persone tossicodipendenti non vadano in crisi d’astinenza e continuino a rivolgersi al mercato nero di sostanze tipo eroina. Col limite che i suoi effetti sono blandi sull’organismo dei malati. In diversi Paesi (Svizzera, Spagna, Regno Unito, Olanda, Germania, Francia, etc) si è optato per una riduzione del danno non basata sulla sostanza ma sulle infezioni che possono derivare da somministrazioni precarie; ed hanno creato delle narcosale dove la persona si porta la propria sostanza acquistata nel mercato nero, la fa controllare ai sanitari presenti e se la somministra in ambiente e con strumenti igienicamente controllati.
 
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