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Cannabis e censura. La vendita di semi è legale, ma gli imprenditori continuano a finire in galera e i siti Internet vengono chiusi
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Comunicato di Pietro Yates Moretti
29 aprile 2010 12:44
 
  Il vicepresidente del consiglio comunale di Vicchio (Firenze) è finito dietro le sbarre. L'accusa? La vendita legale di semi di canapa, una pratica riconosciuta dal diritto italiano e internazionale. Evidentemente non la pensa cosi' il Tribunale di Bolzano, che -almeno da quanto si apprende dalla stampa- ha sbattuto in galera il politico e imprenditore 32enne Marco Gasparrini insieme all'altro socio di "Semitalia" anche per istigazione; mentre il loro sito Internet (www.semitalia.it) e' stato sottoposto a sequestro preventivo.
Ricordiamo che i semi di canapa non possono venir considerati come sostanze stupefacenti, vista la legge n. 412/1974, la Convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e, da ultimo, la tabella I Decreto Ministero della Salute 11 aprile 2006. Non solo. Lo stesso Tribunale di Bolzano aveva riconosciuto la legittimità della vendita di semi in un pronunciamento di appena due mesi fa ottenuto dall'avv. Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc.
Purtroppo, se è pacifico che i semi di cannabis siano legali, negli ultimi anni la guerra alla droga è diventata anche guerra alla libertà di espressione. Siccome alcuni soggetti comprano semi per coltivare illegalmente canapa, ecco che il venditore viene a sua volta accusato del reato d'opinione di istigazione a delinquere. La vendita in se' è legale, ma farlo alla luce del sole -magari via Internet con una società regolarmente registrata con quell'oggetto sociale, come Semitalia- diventa un reato d'opinione. Un'assurdità sia dal punto di vista giuridico che logico. Sarebbe come accusare di istigazione a delinquere un negoziante di casalinghi perche' vende coltelli, utilizzati a volte per commettere reati.
Ma a questo si è ridotta la fallimentare guerra alla droga: a far tacere, persino col carcere, chi anche indirettamente non condivide la strategia proibizionista e repressiva sulla canapa.
 
 
 
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