Ha ammesso di aver coltivato per uso personale terapeutico non avendo soldi per acquistare cannabis sul mercato (nero). C.M., di Tortolì (Nu), è stato assolto il 16 aprile dall'accusa di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio. Il pm aveva chiesto un anno di reclusione. Il giudice del tribunale di Lanusei, Nicole Serra, lo ha
assolto per mancanza di prove. Per accusarlo, con videoregistrazioni dei Carabinieri, era stato ripreso intento a coltivare 4 piante di cannabis. Durante una perquisizione in casa, i militari avevano rinvenuto altre 2 piantine e 7,07 grammi di marijuana (1).
Non tralasciamo che il tribunale abbia dovuto spendere i soldi pubblici per un procedimento del genere.
Consideriamo che la cannabis terapeutica è legale e che tutti (ci sono anche interrogazioni parlamentari) sanno che produzione e importazione sono insufficienti rispetto alla domanda.
Ricordiamo il processo in corso ad Arezzo contro Walter De Benedetto (prossima udienza 27 Aprile) per lo stesso motivo, e la mobilitazione con appello al Presidente della Repubblica e specifica campagna
#megliolegale con un certo impatto mediatico.
Chissà quanti casi “Tortolì” ci sono e che non hanno trovato giudici come quello di Lanusei.
E, sempre in Sardegna, Teulada, ci sono giudici che
a febbraio hanno assolto dopo due anni un imprenditore/coltivatore di cannabis light - che è legale! - ma che i Carabinieri avevano ritenuto ugualmente di denunciare.
Uno stillicidio che, oltre a probabilmente scrivere già la sentenza di Arezzo per De Benedetto,
dà solo segnali come confusione, disinformazione, approssimazione, pregiudizi culturali.
Risultato? Sfiducia nelle istituzioni sempre più diffusa, grazie anche a norme spezzettate e giurisprudenziali invece che precise e che, di fronte a problemi di attuazione, siano subito attualizzate.
E la cannabis terapeutica è legale……
1 – L’Unione Sarda del 17/04/2021
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