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 USA - USA - Xilazina. il sedativo per animali che si diffonde come droga per gli umani
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Notizia 
14 marzo 2023 18:32
 
 Negli Stati Uniti la xilazina è autorizzata come sedativo per gli animali ma sta diventando sempre più comune nei casi di overdose in combinazione con fentanyl, metanfetamine e cocaina. Fatti, numeri e commenti
 
Nata come tranquillante veterinario e iniziata a circolare a partire dai primi anni 2000, la xilazina, nota in inglese anche con il nome di “tranq”, si sta ora diffondendo rapidamente come droga negli Stati Uniti tanto che a fine febbraio la Food and Drug Administration (Fda) ha annunciato di volerne limitare le importazioni.
La decisione arriva dopo che la sostanza è stata rilevata sempre più spesso in combinazione con oppioidi come il fentanyl illegale e in droghe quali metanfetamine e cocaina per prolungarne gli effetti euforizzanti, oltre che in molti dei decessi per overdose. A Philadelphia, per esempio, oltre il 90% dei campioni di droga analizzati in laboratorio sono risultati positivi alla xilazina, ma chi fa uso di droghe non sempre ne è consapevole.

COME AGISCE LA XILAZINA
I farmaci contenenti xilazina possono essere utilizzati dai veterinari per sedare animali di grandi dimensioni come cavalli e cervi, ma nell’uomo può provocare gravi effetti collaterali. Si tratta, infatti, di un tranquillante non oppiaceo non approvato per uso umano.
È un sedativo che può causare sonnolenza e amnesia e rallentare la respirazione, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna a livelli pericolosamente bassi, spiega il National Institute on Drug Abuse (Nida).
È detta anche droga “zombie” sia perché quando viene iniettata induce uno stato di torpore per ore sia perché interrompe la circolazione e provoca ferite alla pelle – anche lontane dal sito di iniezione – che, se non trattate, possono portare all’amputazione. È associata a ulcere cutanee, ascessi e complicazioni correlate.
Inoltre, in quanto sedativo e non oppioide, resiste ai comuni trattamenti di inversione dell’overdose, come il naloxone che agisce sull’abuso di oppioidi ma non sugli effetti della xilazina sulla respirazione.

UNA PIAGA PER GLI STATI UNITI
Sebbene sia difficile stabilire l’entità del problema negli Stati Uniti, un rapporto dell’ottobre 2022 della Drug Enforcement Administration (Dea) riferisce che, nel biennio 2020-2021, negli Stati del nord-est si è riscontrato il maggior numero di identificazioni di xilazina nelle analisi, mentre a sud si è registrato l’aumento percentuale più significativo pari al 193%, seguito dall’ovest con il 112%. Sempre a sud si conta un aumento dei decessi legati alla xilazina pari al 1.127%, ma il numero maggiore dei casi è ancora nel nord-est.
Alcune ricerche citate dal Nida, infatti, dimostrano che il numero di questi decessi, dal 2015 al 2020, sono passati dal 2% al 26% in Pennsylvania; nel 2021 in Maryland hanno riguardato il 19% dei casi e nel 2020 in Connecticut il 10%.
La maggior parte dei decessi per overdose legati alla xilazina e al fentanyl coinvolge anche altre sostanze, tra cui cocaina, eroina, benzodiazepine, alcol, gabapentin, metadone e oppioidi da prescrizione.

UNA DROGA ECONOMICA
Attualmente è diffusa in almeno 36 Stati del Paese, incluso Washington D.C., ma il suo costo irrisorio – da 6 dollari al chilogrammo online, secondo la Dea – potrebbe renderla ancora più comune. Da qui la decisione della Fda di aumentare i controlli per assicurarsi che le importazioni di farmaci contenenti xilazina siano destinate solo alla legittima fornitura veterinaria.
“Stiamo vivendo la peggiore crisi di overdose nella storia degli Stati Uniti, attualmente guidata principalmente dalla proliferazione del fentanyl nel mercato delle droghe illecite” e “la xilazina è una componente di questa tragica epidemia”, ha dichiarato a Newsweek la direttrice del Nida, Nora Volkow.

IL CASO DI PHILADELPHIA
“È troppo tardi per Philadelphia”, ha detto al New York Times una persona che lavora con il centro di servizi sanitari Prevention Point Philadelphia. Inizialmente identificata in combinazione con altre droghe a Porto Rico a metà degli anni 2000, le prime segnalazioni sul suo uso a Philadelphia risalgono al 2006, ma secondo i ricercatori è stato solo con l’arrivo del Covid-19 nel 2020 che c’è stato un vero boom.
E da lì al 2021 la sua presenza è stata riscontrata in più di un terzo dei decessi per overdose.

(Giulia Alfieri su Start Magazine del 14/03/2023)

 
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