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Usa: quando la lotta alla droga e' razzista
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Notizia 
13 aprile 2001 15:54
 
Il mandatory minimum, vale a dire l'insieme di leggi che impone la galera senza alternativa a chi venga trovato in possesso di sostanze stupefacenti, sta facendo strage tra le minoranze. Una legge (la drug free school zone), impone un minimo di tre anni di reclusione per chi viene trovato in possesso di droga a 300 metri da una scuola. Le "vittime" di questa legge sono ovviamente gli abitanti delle zone urbane, in quanto, in ogni isolato, c'e' una scuola vicino. In un rapporto alla Commissione Bilancio del Senato, il senatore Walter J. Kavanaugh (repubblicano) esprime le sue perplessita' sull'applicazione della legge del 1986 (Comphrensive Drug Enforcement Act, che istituiva i termini minimi di reclusione): di tutte le persone giudicate colpevoli, e recluse, il 64% sono afroamericani, e il 18% ispanici. "Fa l'82%. Con numeri come questi, qualsiasi poliziotto sarebbe accusato di razzismo", conclude Kavanaugh. Dal 1977 al 2000 la guerra totale alla droga, ha fruttato un aumento della popolazione carceraria del 457%, ed il budget a disposizione e' cresciuto dai 92.3 milioni di dollari del 1980 agli 845.7 milioni del 1999, con una crescita del 916%.
 
 
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