Una pioggia di critiche da parte delle organizzazioni per i diritti civili sono piovute addosso al presidente George W.Bush, ed al suo zar antidroga, John Walters.
Il primo perche' sta portando avanti una politica che favorisce la repressione, con la criminalizzazione dei consumatori, piuttosto che impegnarsi a prevenire e a riabilitare chi fa uso di stupefacenti.
Walters invece ha dichiarato che si oppone a rivedere le leggi che impongono la pena minima forzata per i reati connessi alle droghe, ed ha incredibilmente portato avanti una tesi secondo la quale non esistono negli Usa differenze razziali nell'applicazione delle leggi antidroga. I numeri ci forniscono dati totalmente differenti.
Vincent Schiraldi, del Center on Juvenile and Criminal Justice in merito alla politica sulla droga dell'accoppiata Bush-Walters ha dichiarato che i vertici antidroga negli Usa stanno riportando queste politiche "al piu' intollerante e reazionario modo di pensare", e che "se, il prototipo del detenuto per droga in America fosse un ragazzo bianco della middle class, Walters avrebbe gia' fatto richiesta dello stato di calamita' nazionale".