Gli Usa potrebbero essere presto condannati per violazione dei diritti umani dalla Conferenza Mondiale Contro il Razzismo, che si aprira' il prossimo 31 agosto a Durban, in Sudafrica.
L'obiettivo della conferenza e' la guerra alle droghe americana che assume sempre di piu' un connotato razzista. Gli afroamericani sono infatti il 13% dei consumatori di sostanze stupefacenti, ma rappresentano il 35% degli arrestati, il 55% dei condannati ed il 74% della popolazione carceraria per reati correlati alle sostanze stupefacenti.
Le leggi, sembrano poi fatte ad hoc. Prendiamo il crack. E' cocaina, ma e' usato principalmente nelle comunita' nere delle grandi citta', mentre le comunita' bianche preferiscono la cocaina nella sua forma tradizionale: in polvere.
Per le leggi sul crack, fatte negli anni '80 in piena emergenza (e poi dimenticate), la quantita' di sostanza "in polvere" necessaria per ottenere un mandato di arresto uguale a quello ottenuto per il possesso di crack, e' cento volte superiore.
Per Ira Glazer, direttore dell'ACLU (American Civil Liberties Union), il proibizionismo sulle droghe viene, in pratica, usato per rimpiazzare, ed in qualche modo, ripristinare la segregazione razziale negli Usa.