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Pugno duro in Thailandia
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Notizia 
18 maggio 2001 17:16
 
Non si puo' dire che il primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra non mantenga le promesse elettorali. Aveva promesso di essere piu' duro nella lotta alla droga, e lo scorso 18 aprile sono stati condannati a morte quattro trafficanti di stupefacenti gia' rinchiusi nella prigione di massima sicurezza di Bangkok. Due di loro sono stranieri: un taiwanese e un malaysiano. E' la prima esecuzione del nuovo Governo thailandese, ed anche la prima da anni per qualcuno che abbia commesso reati connessi alla droga. Per dare maggior risalto all'operazione, i media sono stati invitati a riprendere le ultime ore di vita dei prigionieri (in stile "grande fratello"), con le immagini dei prigionieri che baciavano la terra e mangiavano l'ultimo pasto trasmesse in tutto il Paese. Il tasso di approvazione delle esecuzioni e' molto alto, circa l'88%. In questo momento ci sono 7 persone delle quali si attende l'esecuzione ed altri 180 per i quali non e' ancora finito il processo di appello. Per il segretario generale dell'ufficio nazionale per il controllo dei narcotici (ONCB), la pena e' proporzionata al crimine commesso, perche' "i trafficanti sono peggio degli omicidi. Un omicida uccide una persona, un trafficante mina il futuro del Paese". Secondo i dati dell'ONCB, in Thailandia nel 1992 c'era una popolazione carceraria di 54.955 persone, un quarto delle quali era incarcerata per droga. Nel 1999 i carcerati erano 115.079; tra questi i detenuti per reati connessi agli stupefacenti erano il 50%. I consumatori abituali, in tutto il Paese, sono 300.000, mentre sono 2 milioni quelli occasionali, con una popolazione di 66 milioni di persone. La droga piu' usata non e' la marijuana, ma lo speed, quindi, per il segretario dell'ONCB, "qualsiasi mezzo e' buono per sconfiggere la droga"
 
 
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