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Jamaica. La criminalizzazione della ganja e' gentilmente offerta dalla Casa Bianca
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11 settembre 2001 16:09
 
Il dottor Wendel Abel, psichiatra all'ospedale della Universita' delle Indie Occidentali ha affermato in una conferenza tenuta la scorsa settimana che "nonostante le dure leggi contro la ganja (il temine jamaicano per la marijuana n.d.r.), l'uso negli ultimi dieci anni e' aumentato, anziche' diminuire". Il dott. Abel ha comunque ricordato che diversi studi hanno mostrato la pericolosita' della cannabis, che puo' portare a problemi di memoria (anche se si dimentica, come accade spesso, di dire la quantita' di ganja da fumare n.d.r.); la cannabis, poi potrebbe portare a nascite premature, provoca il cancro cinque volte di piu' rispetto alle normali sigarette, e poi, soprattutto (Abel e' uno psichiatra, e se ne intende), c'e' un forte legame tra l'uso di cannabis e le malattie mentali, come -dicevano negli Usa durante gli anni '30- "la marijuana fa diventare pazzi", fino a parlare di dipendenza, e di intossicazione.
Gia' da un mese la Commissione Nazionale sulla ganja, istituita dal Governo, aveva raccomandato la legalizzazione, per venire incontro al problema del consumo crescente di cannabis. Sul rapporto della Commissione e' giunto il veto di Washington, che ha minacciato l'isola caraibica di essere inserita nella lista dei "cattivi", nella valutazione che la Casa Bianca redige ogni anno su quanto i Paesi latinoamericani contribuiscono a combattere il fenomeno droga.
Sempre dopo l'intervento americano, si e' pronunciato un gruppo di giovani intellettuali appartenenti al partito di maggioranza (il PNP People's National Party) che ha fatto appello al Governo affinche' lasci cadere le raccomandazioni della commissione, e non "isoli" la Jamaica e non vada contro i trattati internazionali.
 
 
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