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Italia. Muore dopo assunzione alcool-ecstasy
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Notizia 
21 luglio 2008 8:07
 
Una festa in spiaggia ieri al Lido di Venezia si e' trasformata in tragedia per una sedicenne di Rovigo, morta stasera dopo una giornata di coma. La ragazza aveva assunto Mdma, quattro innocue lettere dietro le quali si nasconde il micidiale principio attivo dell'ecstasy. La giovane studentessa, Nicole Pasetto, di Rovigo, descritta come una ragazza bravissima e studiosa, l'avrebbe assunto puro, presumibilmente insieme ad alcolici, in compagnia di due coetanee, mentre assisteva dalla spiaggia dei 'Murazzi', agli Alberoni, ai fuochi d'artificio della Festa del Redentore. Domani la procura disporra' l'autopsia e, se l'esame confermera' che la morte della ragazza e' stata determinata dall'ecstasy, sara' ipotizzato il reato di omicidio colposo.
'E' una vicenda che va chiarita in tutti i suoi aspetti': ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Venezia, Lucia D'Alessandro. Quella che doveva essere una notte di spensieratezza - in ossequio ad un rito che da decenni in laguna prevede che il sabato notte, dopo le luci artificiali sparate nel cielo per il Redentore, si attenda sulla battigia l'arrivo dell'alba per un bagno in mare collettivo - e' diventato un incubo per tre ragazze, una delle quali, Nicole, e' spirata all'ospedale di Dolo. Gia' al suo arrivo le sue condizioni venivano date per disperate dai sanitari. Dopo aver pianto per ore, distrutti, davanti alla camera del reparto di rianimazione del nosocomio nel quale era ricoverata la figlia, in attesa di una parola di speranza da parte dei sanitari, alla notizia della sua morte i genitori della sedicenne si sono subito allontanati dall'ospedale. Il padre, impiegato, si e' limitato a dire ai giornalisti: 'non ho voglia di parlare, cercate di capire, siamo distrutti'.
Le due amiche della giovane, anch'esse residenti nel capoluogo polesano, ancora confuse, agli uomini della questura sono state in grado, per ora, di fornire solo un quadro frammentario e lacunoso dell'accaduto. Pochi i dati certi: i poliziotti sono stati fatti intervenire sulla spiaggia poco dopo le 4 del mattino, mentre la ragazza piu' grave, dopo un breve transito all'ospedale del Lido e il rifiuto ad ospitarle a Mestre per carenza di letti, era gia' arrivata nel nosocomio di Dolo. Quando gli agenti sono arrivati sulla spiaggia non c'era piu' traccia dei 1500 ragazzi che, almeno fino alle 3, ora presumibile del malore della ragazza, affollavano quel tratto di costa, ballando e bevendo. E neppure i tre camion, due per la musica techno sparata a tutto volume e uno per le bibite, che alcuni testimoni confermano fossero presenti alla festa. Un numero cosi' consistente di ragazzi e la presenza della musica techno sembrano indicare che l'incontro fosse un evento a meta' strada tra una festa tra amici e un rave party. Difficile pensare che solo la casualita' abbia fatto confluire tanti giovani pronti a divertirsi ad ogni costo in un angolo cosi' isolato della spiaggia del Lido, peraltro piu' avvezza alle sonnacchiose vacanze della Venezia-bene o, al massimo, rassegnata al breve brivido di mondanita' della Mostra del Cinema.
Sulla personalita' delle tre ragazze gli investigatori mantengono il piu' stretto riserbo: sembrano siano giovani senza particolari problemi, studentesse di istituto superiore, forse in vacanza balneare con le famiglie a Sottomarina. Di sicuro, dicono gli agenti, le due ragazze non si sono rese conto delle condizioni disperate in cui versava Nicole. Su chi abbia fornito alle tre la droga esiste solo una indicazione sommaria: e' un ragazzo che le tre non conoscevano. Dopo aver acquistato l'ecstasy e averlo mescolato ad una bibita, le giovani si sono divise, frequentando compagnie diverse. Sarebbe stato uno dei partecipanti alla festa a notare che la giovane rodigina stava male e a dare l'allarme. (Ansa)

GIOVANARDI SPERA -
La sedicenne veneziana morta per aver assunto una pasticca di ecstasy ha fatto una 'morte terribile. Le sostanze ingerite hanno avuto effetti devastanti sul suo corpo. Speriamo sia l'ultima di queste morti'. E' cosi' che Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alla lotta alle tossicodipendenze, commenta la drammatica storia ed annuncia: 'dovremo moltiplicare gli sforzi per mettere in guardia i giovani e i giovanissimi sugli effetti di queste sostanze'. Per l'intera giornata il sottosegretario e' stato in contatto con la questura e la prefettura locali per avere notizie sulla vicenda e sulla sedicenne. 'Dobbiamo far capire - aggiunge - che la chimera della trasgressione e dello sballo puo' avere effetti devastanti per la salute, che puo' portare alla morte. C'e' da sperare che sia l'ultimo episodio di questo tipo. Una morte che ha trasformato una festa popolare in una tragedia'.

I numeri parlano chiaro e dalle statistiche sulle morti causate dall'assunzione di droghe sintetiche si evince che in media, nel 2007, sono stati 589 i morti, la maggior parte di questi ancora adolescenti, primo killer l'ecstasy. Una ragazza di sedici anni muore a causa di una pasticca di ecstasy e non e' la prima volta che ci troviamo di fronte a tragedie di questo calibro. La maglia nera per il numero di morti va alla Campania (112), seguita da Lazio (105), Lombardia (55), Emilia Romagna (47). Questo e' l'allarme lanciato da Codici, il centro per i diritti del cittadino. Ma per "drogarsi" non serve andare solo ai rave party, basta navigare su internet o andare presso gli smart shop , ovvero i rivenditori delle smart drugs le cosiddette droghe furbe perche' fuori dalle tabelle legislative sugli stupefacenti, pertanto, acquistabili liberamente, ma non per questo poco pericolose. "Il pericolo - commenta la dottoressa Monia Napolitano, Sociologa del Codici - e' che la facilita' con cui si reperiscono tali sostanze induce molti a ideare in piena 'legalita', sulla base di conoscenze del tutto empiriche e con l'aiuto di laboratori 'fai da te', mix altamente nocivi alla salute dei cittadini". Basta un semplice click in rete per catapultare in un mondo parallelo in cui giovani navigatori si scambiano informazioni su sostanze, erbe e sulle modalita' di preparazione degli stessi (dosaggi, i modi di assunzione etc.). Inoltre, attraverso l'E-commerce e' possibile reperire una vasta gamma di prodotti a prezzi molto concorrenziali e il cliente che sente piu' tutelata la propria privacy e' portato ad acquistare le sostanze in oggetto nella segretezza, non conoscendo i margini di legalita' da rispettare. "In Italia - continua la Noapolitano - ci sono circa un centinaio di smart shop e data la pericolosita' del fenomeno lo stesso governo ha annunciato che inserira' nel Disegno di legge sulla sicurezza, due misure che punteranno a bloccare la diffusione tra i giovani delle cosiddette 'smart drug'. Pertanto, il Codici - dichiara Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici - invita il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla lotta alle tossicodipendenze, Carlo Giovanardi, di predisporre al piu' presto misure concrete contro l'uso di sostanze psicotrope, un giro di vite presso i rivenditori per verificare se vengono ideati 'fuori dal controllo' mix nocivi alla salute pubblica e invitiamo il ministero della Salute ad avviare nuove campagne di prevenzione contro l'uso di sostanze psicotrope e sulla pericolosita' di alcune 'smart drugs', al fine di rendere le giovani generazioni piu' responsabili e consapevoli".   

"Mi appello al ministro dell'Interno affinch, con l'intervento delle forze dell'ordine impedisca questi ritrovi illegali, notti ed interi giorni di follia, e perch, la tragedia di Venezia sia veramente l'ultima". È l'appello lanciato da Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, per porre fine al fenomeno dei rave parties, ultimo dei quali ha visto la morte di una ragazza di sedici anni.  "L'assenza di controlli - spiega in una nota Gasparri - il mix troppo spesso fatale di musica ad alto volume, alcool e droghe sintetiche che sono tra le caratteristiche principali dei rave party si stanno troppo spesso trasformando in una tragedia alla quale va posto subito fine".  "Non è la prima volta che leggiamo o vediamo immagini raccapriccianti di ragazzi intontiti dal cosiddetto 'sballo'. E non è la prima volta che ritrovi di questo tipo finiscono in maniera drammatica". Gasparri ribadisce che "va subito posto fine a queste feste non autorizzate, che bruciano la mente e spesso condannano alla morte".    

Dopo la morte della ragazza sedicenne a Venezia in seguito all'ingestione di una pasticca di ecstasy, i radicali propongono l'adozione del 'pill test', l'analisi legale e gratuita delle pasticche detenute dai consumatori da parte di operatori del servizio sanitario, 'come accade in Olanda'. Secondo Antonella Casu, segretaria dei Radicali Italiani e Giulio Manfredi, della giunta di segreteria Ri, 'il ministro Carlo Giovanardi dimostra tutta la sua ipocrisia; egli e' perfettamente consapevole che vi saranno altre morti finche' continuera' ad essere probito in Italia il 'pill test', l'analisi legale e gratuita delle pasticche detenute dai consumatori da parte di operatori del servizio sanitario, come accade in Olanda; finche' non si affrontera' finalmente il problema della regolamentazione di tutte le sostanze oggi illegali'. 
'Dal prof. Serpelloni, i cui attestati scientifici e la cui esperienza sul campo sono fuori discussione, ci saremmo aspettati dichiarazioni meno banali; sicuramente il 'pill test' non e' la soluzione per tutti i casi, sicuramente ogni persona e' un caso a se', ma qui stiamo parlando di introdurre una misura di 'riduzione del danno' provocato in minima parte dalle sostanze e per la restante parte da quel regime proibizionista che le consegna nelle mani della criminalita' e con esse consegna a spacciatori e mafie le vite di centinaia di migliaia di cittadini italiani'.  'Il prof. Serpelloni lamenta il fatto che gli operatori sono 'sempre un passo indietro rispetto a quelli che queste sostanze le producono e le trafficano'. Introducendo il 'pill test' -concludono i due esponenti radicali- (e' possibile farlo, in via sperimentale, anche con l'attuale legislazione), si farebbe un piccolo passo in avanti'.    

'Quali nuove iniziative in ambito sanitario e sociale la Giunta regionale intende mettere in campo per fronteggiare l'emergenza della diffusione della droga in Veneto, in particolar modo tra i giovanissimi; quali azioni intende portare avanti in sinergia con la scuola, la formazione professionale e gli enti locali, per prevenire in modo efficace l'utilizzo di sostanze stupefacenti da parte dei giovani veneti e quali strategie intenda porre in essere per coordinare, insieme alle varie agenzie educative, la promozione di scelte, valori e stili di vita positivi'. Sono queste le tre richieste contenute nell'interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere regionale Marco Zabotti della Rete Civica Veneta.  'Considerato che la morte della 16enne al Lido di Venezia e' solo l'ultimo di una serie di episodi - afferma Zabotti - e' urgente la realizzazione di interventi educativi coordinati e sistematici per prevenire il fenomeno della tossicodipendenza'.  'A fronte di questa emergenza - continua il consigliere 'civico' - i fondi regionali destinati alla cura e alla prevenzione della tossicodipendenza nel bilancio 2008 anziche' aumentare tendono a diminuire e non e' stato ancora discusso ed approvato in Consiglio regionale il Piano Socio-Sanitario della Regione Veneto per il triennio 2007-2009 predisposto dalla Giunta regionale che prevede 'l'adeguamento del modello organizzativo di intervento per sostenere le persone che presentano rischio, uso e dipendenza da sostanze stupefacenti o psicoattive'.    

'Mi rivolgo a tutti i ragazzi e grido loro: dite si' alla vita e no alla morte; si' allo svago e no allo sballo': e' l'accorato appello del vescovo di Adria-Rovigo, mons. Lucio Soravito de Franceschi, dopo la morte della ragazza di 16 anni che aveva assunto ecstasy. 'Si' alla creativita' che costruisce e no alla banalita' che distrugge - prosegue il prelato - si' alla responsabilita' e non all'alcol, alle pasticche e alle droghe'. Per mons. Lucio Soravito de Franceschi, la morte improvvisa di Nicole 'ci ricorda che la vita e' un bene fragile, continuamente a rischio'. Ai genitori il prelato ha rivolto un monito. 'Non basta preoccuparsi dei figli - afferma - bisogna occuparsi di loro: dare loro tempo, non denaro; dialogo non regali; aiutarli ad acquisire competenze, non far trovare tutto pronto; trasmettere valori e non cose materiali'.    

 'Chi usa l'ecstasy, assumendo anche una sola pastiglia gioca alla roulette russa con la propria vita e puo' sviluppare disturbi neurologici e psichiatrici in grado di modificare il corso della vita'. A sostenerlo e' Giuseppe Battaglia, dell'Istituto Neuromed che, citando un recente studio dell'istituto pubblicato sul Journal of Neuroscience, sottolinea i rischi della droga che ha portato alla morte ieri di una ragazza a Venezia. 'L'Ecstasy, somministrata nei topi, a dosaggi simili a quelli che consumano i ragazzi quando vanno in discoteca il sabato sera - ha detto Battaglia - induce nell'ippocampo la formazione di radicali liberi e modificazioni intracellulari a carico del citoscheletro che possono contribuire a danneggiare i processi di apprendimento e memoria'. Si tratta di modificazioni simili a quelle tipicamente presenti nel cervello di chi soffre di Alzheimer che va incontro ad un'inesorabile deterioramento delle funzioni cognitive e della memoria. L'ecstasy, secondo Battaglia, puo' indurre anche la sindrome serotoninergica, dovuta ad un aumento della temperatura corporea che induce una forte disidratazione con collasso cardiocircolatorio, insufficienza renale, necrosi epatica e morte. 'Questa sindrome si puo' verificare anche dopo l'assunzione di una singola pastiglia - ha concluso il ricercatore - anche in chi non hanno fatto mai uso od abuso di droghe'.   

Per il ministro dell'agricoltura, Luca Zaia (Lega), 'chi spaccia e' uno che vende e da' la' morte'. Per questo, commentando il decesso avvenuto ieri al Lido di Venezia della sedicenne che ha assunto ecstasy, l'esponente del Carroccio si dice convinto che nei confronti dello spacciatore che ha fornito lo stupefacente alle tre giovani 'non possono essere invocate attenuanti'. Zaia si dice favorevole a un inasprimento delle pene per chi spaccia e all'utilizzo delle forze dell'ordine, e anche di 'cani antidroga', nelle scuole e nelle discoteche per scoraggiare il fenomeno.   

Il ministero dell'Interno, in attesa di una legge ad hoc del Parlamento, fermi i rave party. Lo chiede in una nota il deputato torinese del Pd, Giorgio Merlo, secondo cui 'le notizie drammatiche di questi giorni confermano che queste manifestazioni non possono essere organizzate senza relativa autorizzazione'. 'Ormai - e' l'accusa del deputato - questi raduni sono diventati sempre piu' luoghi senza controlli e con una presenza di alcol e droghe sintetiche a dir poco imbarazzanti'. Oltre alla morte di Nicole, la studentessa di Rovigo morta per aver assunto una pasticca fatale, Merlo ricorda anche 'il raduno dello scorso agosto a Pinerolo (Torino), sventato grazie ad una massiccia azione preventiva e di tutela dell'ordine pubblico garantita in quei giorni'. 'Credo che ora sia indispensabile - continua Merlo - mettere in campo tutte le iniziative finalizzate a bloccare manifestazioni che non sono lontanamente paragonabili a liberi raduni per giovani di qualunque provenienza sociale e geografica. E' cio' - conclude - per evitare che si creino situazioni drammatiche come quella di Venezia'.

"Nicole e' un altro nome da aggiungere a una lista terribile di ragazzi stroncati dalla droga. Quanti altri ancora ne dovremo contare?". All'indomani della morte della sedicenne di Rovigo, uccisa da una pasticca di Mdma, l'assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, scrive ai genitori della metropoli e rilancia l'iniziativa del kit antidroga: "Il problema vi riguarda in prima persona, riguarda noi tutti, che genitori siamo e che non possiamo stare con le mani in mano ad attendere che altri nomi si aggiungano a quella lista".  Aprite gli occhi, e' l'appello di Landi. "Voi dovete sapere. Voi dovete fare qualcosa, subito, per i vostri ragazzi". Da qui l'invito a utilizzare il kit, "da mesi in distribuzione e che potete ritirare nelle farmacie", scrive l'assessore nella lettera aperta. "A che cosa serve? Serve a dire la verita' oppure a far tirare un sospiro di sollievo, serve a prendere coscienza, giovani e genitori, che basta un momento per perdere la vita, che discutere e parlarne e' meglio che fare finta di nulla. E' un kit di facile uso che risponde a quella terribile domanda: mio figlio si droga?".  L'assessore avverte: "Certo, usare quel kit vi crea problemi, non sara' e non e' facile sottoporre il proprio figlio a questo test. Ma su questo dovete essere responsabili. Nicole ha scherzato, ha giocato con la sua vita, ma aveva solo sedici anni. Voi siete genitori. Voi non potete permettervi ne' la leggerezza ne' l'incoscienza. La vigilanza deve essere totale".   

"L'impegno del ministro Meloni e' importante. Chiediamo da subito che governo ed enti locali non sostengano concerti di artisti che oggi in Italia inneggiano direttamente o indirettamente al consumo delle droghe, cosiddette 'leggere o pesanti': stop da subito quindi ai patrocini concessi con troppa permissivita' e alla presenza in tv di questi cattivi maestri". Lo dichiara la presidente nazionale del Moige, Movimento Italiano Genitori, Maria Rita Munizzi, dopo la morte della ragazza di Rovigo che aveva assunto sabato sera una droga sintetica in una festa in spiaggia al Lido di Venezia.  "Anche quest'estate - aggiunge Munizzi - continueremo ad assistere, come nel resto dell'anno, a concerti di alcuni cantanti che direttamente o indirettamente presentano il consumo di droga sotto un aspetto positivo. Purtroppo in molti casi questi cantanti ricevono, oltre al patrocinio delle amministrazioni locali, anche contributi per i loro concerti. E' necessario da subito che le istituzioni diano un taglio netto a ogni sostegno, a partire dalla concessione dei patrocini. L'effetto che un artista rinomato puo' avere su un adolescente e' molto forte, pertanto grande e' la sua responsabilita'".  "Non si puo' piu' consentire - conclude Munizzi - che il consumo di droga, che puo' portare alla morte, sia ancora oggi presentato da cantanti sotto una luce positiva, e che i modelli dello 'sballo' siano quelli maggiormente proposti ai giovani, giocando sul loro desiderio di trasgressione e sulle loro insicurezze'.    

Le droghe sintetiche sono meno pericolose di quel che sembrano, se viene fatta una giusta campagna di sensibilizzazione proprio in quei luoghi dove piú facilmente è facile trovare le famose e pericolose pillole colorate a base di allucinogeni. Guido Blumir, sociologo, presidente del comitato libertà e droga, antiproibizionista, interviene in merito alla vicenda della ragazza deceduta dopo aver partecipato ad un rave party. "Bisogna seguire l'esempio di Austria e Germania dove sono riusciti a ridurre in modo drastico non solo le morti da droghe sintetiche, ma anche i malori, gli incidenti".  Secondo il professor Blumir, autore di libri e saggi fondamentali sulle sostanze dello 'sballo', il metodo seguito nei due paesi europei è stato sul terreno dell'assistenza, della comprensione e non della messa all'indice. "In occasione dei rave party - ha continuato - sono presenti associazioni e chimici dell'università che liberamente analizzano ed informano sulle pillole che in quel momento vengono messe in vendita. La parola d'ordine deve essere informazione". L'esempio che questo metodo funziona è venuto dalla 'Love parade' di Dortmund, dove un 1 milione e 400mila persone hanno sfilato e ballato e "grazie alla presenza di medici e personale specializzato" non ci sono stati morti - informa Blumir - ed è stato molto ridotto il numero dei collassi.  "La sostanza piú pericolosa rimane la cocaina - ha detto ancora Blumir - Il numero di 589 vittime in un anno non va riferito all'assunzione solo dell'ecstasy. In base alla relazione annuale fatta al parlamento dal Cnr, a giugno, sulle sostanze stupefacenti quel numero di morti, in Italia, va per il 90 per cento addebitato all'eroina. Poi per alcune decina alla cocaina e solo per 15-20 casi alle sostanze sintetiche". Significa che non sono cosí pericolose? "Lo sono. Ma la diffusione della cocaina e la penetrazione in strati sociali prima sconosciuti a questa sostanza, ha fatto capire ormai la sua pervasività ed il fatto che riesce ad essere ancora percepita come una droga del sabato sera. Quando invece da dipendenza".    

L'assessore regionale alla Mobilita' ed ai Trasporti del Friuli-Venezia Giulia Riccardo Riccardi ha informato oggi la Giunta del Friuli Venezia Giulia circa l'intendimento di prendere contatti ufficiali con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Carlo Giovanardi, per valutare la possibilita' di estendere anche al territorio regionale la sperimentazione che verra' attuata in materia di prevenzione antidroga, annunciata dallo stesso sottosegretario. Sperimentazione che prevede l'obbligatorieta' di un test antidroga per tutti i soggetti che facciano richiesta di conseguimento della patente di guida per veicoli e motoveicoli. Riccardi ha inoltre confermato che in accordo con l'assessore regionale Alessia Rosolen verra' analizzata con i competenti uffici regionali la fattibilita' tecnico-normativa della realizzazione del progetto. L'assessore ha precisato che allo stato delle dichiarazioni pubbliche rese da Giovanardi, la sperimentazione proposta sara' realizzata con risorse messe a disposizione dal dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio. Il progetto si inserisce nel quadro degli obiettivi programmatici in materia di politiche giovanili, teso a portare avanti, per quanto di competenza della direzione Mobilita' e Infrastrutture di trasporto della Regione, programmi volti alla prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti. Nello specifico l'iniziativa proposta dal sottosegretario Giovanardi consente di promuovere la consapevolezza dei giovani di fronte ai rischi della droga, ponendo al contempo in risalto il 'disvalore sociale' che l'utilizzo delle sostanze stupefacenti comporta. Ma il progetto consente di perseguire anche un altro scopo programmatico, volto alla prevenzione delle morti da incidenti stradali, ponendo un ulteriore tassello nella lotta (che da anni e' stata intrapresa a diversi livelli istituzionali) alla guida sotto l'effetto di sostanze che alterino l'equilibrio psico-fisico del guidatore.    
 
 
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