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Italia. Il ministro Amato per l'uso farmaceutico dell'oppio afghano
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17 giugno 2006 10:52
 
A margine del G8 in corso a Mosca, il ministro degli Interni, Giuliano Amato, ha detto: "L'Afghanistan e' diventato un problema rilevante perche' ci preoccupa la ripresa della produzione di droghe il facile passaggio dei carichi verso la Russia, diretti poi anche nei nostri Paesi europei". Il ministro conferma quanto detto in provincia di Perugia in occasione dell'assemblea dei ministri del Governo: "Si', ne abbiamo discusso a livello di Governo italiano: se una parte della produzione potesse essere acquistata per destinarla all'industria farmaceutica, si potrebbe procedere in maniera trasparente e legittima anche perche' partendo dai contadini viene meno il lucro degli intermediari". La proposta italiana, comunque, e' tutta da definire. Il documento finale dei G8 non la esclude quando parla di "riduzione della domanda e innalzamento delle condizioni di vita nelle zone rurali del Paese".
Gia' Emma Bonino aveva prospettato una simile soluzione quando aveva guidato la missione degli osservatori Ue in occasione delle elezioni afghane del 2005. Mentre l'ex-direttore dell'Unodc, Pino Arlacchi, appare molto scettico: "le coltivazioni alternative sono l'unico metodo per risolvere il problema. Finora non hanno funzionato perche' Bush si e' tacitamente accordato con i signori della guerra lasciandoli liberi di fare soldi con l'oppio".

Dichiarazione di Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e membro della Direzione della Rosa nel Pugno:
"L'interesse del Ministro Amato relativo alla proposta avanzata da Emma Bonino di consentire all'Afghanistan di produrre oppio legalmente per fini medici va immediatamente tradotto in proposte concrete da elaborare all'interno del quadro normativo delle tre Convenzioni ONU in materia di sostanze psicotrope. Da quasi un anno il think tank inglese Senlis Council lavora a una proposta simile a quella avanzata da Emma Bonino nella sua relazione finale della missione in Afghanistan in occasione del voto parlamentare del 2005, il Governo convochi con urgenza il Presidente della Croce rossa italiana Massimo Barra, che col Senlis collabora da tempo, per acquisire tutta la documentazione necessaria per approfondire la proposta nel dettaglio e istruire una riunione urgente a Bruxelles per porre la questione a livello comunitario. Contrariamente a quanto sostiene l'ex zar anti-droga Arlacchi, la proposta potrebbe avere ripercussioni positive non solo sulla cura del dolore in Afghanistan, dove si operano persone senza morfina, ma anche nel resto del mondo visto che vi e' una carenza di oppiacei dovuta a politiche che non tollerano la cura del dolore. Infine, avviare una regolamentazione legale della produzione e raffinazione dell'oppio avrebbe anche ricadute rilevanti nei confronti dei signori della droga e della guerra."

L'esponente dell'Udc Luca Volonte' critica la proposta di Giuliano Amato: 'Mister Muffa, Amato, ha perso la testa,proporre di acquistare l'oppio afghano e mettersi in concorrenza con Al Qaida : e' una soluzione ai problemi della poverta' di quel Paese inaccettabile. Forse pensava ad approvvigionare l'idea della Turco per la Sanita' italiana. Si comporta come chi vuol trovare intese con narcos e narcomafie varie'. 'Originali invece le parole, opposte a quelle di Napolitano, di un medico ospedaliero come Strada. I soldati italiani sono in missione nel rispetto dell'art.11 della Costituzione. Certificato da Ciampi e Napolitano. Strada ha bisogno di soldi per costruire suoi nuovi ospedali? Forse l'Amato, mister sniffa, pensava anche a lui...' .
 
 
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