Quattro medici altoatesini sono stati rinviati a giudizio per aver somministrato "ingenti quantita' di Temgesic, nome commerciale della buprenorfina (un analgesico a base di morfina) per curare alcuni tossicodipendenti. Uno di loro, Renzo Zorzi, si difende in un'intervista al "Mattino" di Bolzano: "I giudici vogliono impedire ai medici di svolgere il loro mestiere. Bisogna capire cosa vuol fare la societa' dei tossicodipendenti: io li curo ma non li giustifico, ma sono persone e come tali devono essere curate. Forse in troppi pensano che e' meglio che la gente muoia in carcere piuttosto che reinserirsi nella societa'". Ogni paziente in cura da Zorzi ha la sua cartella clinica, "non regalo Temgesic al primo che passa". Il Temgesic non e' uno stupefacente, viene venduto tramite ricetta e costa solo settemila lire, ed un tossicodipendente puo' assumerlo anche per tutta la vita. Zorzi, gia' arrestato ed amnistiato 10 anni fa, accusa i giudici di confondere la buprenorfina con la morfina, di parlare di argomenti che disconoscono, con ignoranza e malafede e di agire secondo dei radicati pregiudizi e spinte emotive, tese a criminalizzare uno status che, "per le sue implicazioni patologiche e' di dominio del medico". Secondo Zorzi, in Italia c'e' la volonta' di non migliorare, soprattutto per questioni economiche e politiche. Per esempio: la somministrazione di Temgesic e' di 0.2 mg due volte al giorno. Nell'Informatore Farmaceutico un altro farmaco, il Subutex (identico al Temgesic) ha una dose consigliata da 2 a 8 mg, vale a dire da 10 a 40 volte superiore; "sono allibito -prosegue Zorzi- siamo di fronte a persone che non hanno sufficienti conoscenze per capire come bisogna agire con questi farmaci". Il Temgesic viene usato nella cura per disintossicare gli eroinomani al posto del metadone, del quale non ha gli stessi effetti collaterali, ha bassissima o nulla attivita' psicotizzante e non da' assuefazione.