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La Colombia siberiana
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Notizia 
27 luglio 2001 18:01
 
Nella Tyva, repubblica russa in Siberia ai confini con la Mongolia, in quelle che una volta erano state le "gloriose" fattorie collettive dell'Unione Sovietica, ora abbandonate, come per un segno del destino cresce la cannabis. Le piante coltivate, e quelle che riescono a crescere autonomamente, secondo i cicli della natura, sono ben lontani dall'essere sotto il controllo delle autorita' di polizia. Anche per questo, la Tyva e' chiamata la "Colombia russa". Per la polizia cercare di fermare il raccolto e' quasi impossibile: non hanno abbastanza fondi per dare la caccia ai trafficanti, e si limitano a diserbare, ma la mancanza di denaro non gli da' modo di piantare delle coltivazioni alternative, e la cannabis continua a crescere. Gli abitanti locali dicono che, per la polizia, togliere queste piantagioni, sarebbe come "sciogliere tutto il ghiaccio dell'Antartide". Cosi', la piccola economia locale, cresce: gli abitanti, grazie alla cannabis, riescono ad ottenere il necessario per superare l'inverno siberiano; per i giovani i proventi delle coltivazioni servono a pagarsi gli studi universitari. La polizia arresta cinque o sei persone al giorno, ma la pena prevista e' di tre anni con la sospensione, e comunque, le autorita' non vengono prese troppo sul serio.
 
 
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