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Colombia. Ministro Giustizia: i narcos colonizzano l'Africa
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9 luglio 2009 9:55
 
Le nuove rotte del narcotraffico passano per l'Africa, divenuta luogo di transito per i flussi di droga che arrivano sui ricchi mercati europei, affiancandosi così alle tradizionali vie che dal Centro e Sudamerica approdano direttamente nel Vecchio Continente. Lo spiega all'ADNKRONOS il ministro della Giustizia e dell'Interno colombiano, Fabio Valencia Cassio, in un'intervista televisiva all'interno del settimanale 'il Rotocalco', trasmesso oggi dalle oltre cento emittenti collegate alla piattaforma multimediale Adnkronos e sul sito Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos.
L'internazionale della droga, spiega Valencia, "trova terreno fertile in un Continente dove le istituzioni sono strutturalmente deboli e dove è facile eludere i controlli per via della corruzione". L'Africa rischia però di rimanere ulteriormente devastata da questa neocolonizzazione ad opera dei narcos. Dove passano le vie della droga, continua Valencia, "aumenta il livello di corruzione, le istituzioni politiche vengono contaminate coinvolgendo anche quelle finanziarie e il tessuto economico e, infine, si registra un aumento del consumo nella popolazione".
E' per questo che Valencia e altri suoi colleghi provenienti dagli Stati Uniti, dall'Unione europea, dal Centro e Sud America, dall'Asia e dall'Africa, si sono riuniti a Roma per mettere a punto un "manuale pratico", che nel 2010 verrà adottato dall'Onu, per il contrasto al narcotraffico e il rafforzamento delle istituzioni nei Paesi più deboli colpiti dal fenomeno.
 Il ministro colombiano mette anche in guardia dagli stretti legami che sempre più spesso si creano tra i grandi cartelli della droga e le organizzazioni terroristiche. L'esempio, che incarna alla perfezione l'uno e l'altro aspetto della minaccia, è sicuramente quello delle Farc colombiane. "Sono un movimento terrorista narcotrafficante - spiega Valencia - una delle organizzazioni criminali più potenti del mondo, che finanzia le proprie attività attraverso la droga e i sequestri di persona".
La Colombia, sostiene Valencia, ha inflitto "duri colpi alle Farc negli ultimi tempi, usando tutta la forza legittima di cui disponiamo".
Inoltre, spiega, "sono emersi chiaramente i legami tra le Farc e organizzazioni terroristiche come l'Eta e l'Ira o la stessa Al Qaeda".
Documenti rinvenuti nei computer sequestrati nel corso dell'operazione condotta contro il numero due delle Farc, Paul Rejes, ucciso durante un bombardamento in Ecuador nel marzo dello scorso anno, "mostrano chiaramente questi contatti".
Infine, da Valencia giunge una netta presa di posizione contro alcune aperture 'antiproibizioniste' che si stanno avanzando a livello internazionale. "In Colombia - spiega - per 15 anni abbiamo avuto una legge che consentiva il possesso di una minima quantità di droga. La conseguenza è stata che i trafficanti hanno iniziato a usare i ragazzini per lo spaccio, contando sulla non punibilità e il consumo di droga è esploso in tutto il Paese". Il ministro annuncia quindi un giro di vite, con una legge più dura, che punisca "severamente" lo spaccio e consenta allo stesso tempo "il recupero dei tossicodipendenti".
 
 
 
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