Anche la cannabis fa economia. In particolare nel settore dell'export. Il governo della Thailandia ha varato un piano per potenziare le esportazioni di canapa e di altre erbe a uso medico. L'obiettivo è aumentare i ricavi finanziari con un conseguente beneficio per le tasche degli agricoltori, che avranno a disposizione nuove terre per le loro coltivazioni.
L'esecutivo guidato dal generale Prayut Chan-o-cha prevede di trasformare 10 mila rai di terreni di Sor Por Kor, nelle province che formano il corridoio economico orientale, la cosiddetta zona Cee, in piantagioni che coltivano cannabis, canapa e fah-talai-jone (Andrographis paniculata). Le dimensioni, se si considera che un rai corrisponde a 1.600 metri quadrati, sono considerevoli. Il fah-talai-jone, nota come chiretta verde, è un'erba medicinale che viene utilizzata anche per curare le malattie causate dal Covid, mentre il cannabidiolo, o Cbd, è l'estratto dalla marijuana che può essere applicato per curare numerosi disturbi. Gli estratti di canapa, inoltre, possono essere trasformati in ingredienti cosmetici, e la sua fibra può essere utilizzata per le tessiture.
Le coltivazioni delle erbe sono state promosse nell'ambito di un memorandum d'intesa siglato lo scorso martedì tra l'ufficio per la riforma fondiaria agricola e quello per il corridoio economico orientale. «Le erbe thailandesi diventeranno nuove colture economiche per l'esportazione», ha spiegato il viceministro dell'agricoltura, Thamanat Prompow. Le autorità intendono consentire ai proprietari terrieri di Sor Por Kor di piantare le tre erbe per fornire materie prime per le industrie.
Il programma di riforma agraria risale nel 1975, quando l'allora governo aveva iniziato ad assegnare appezzamenti in foreste degradate ai contadini senza terra. Le tre province che formano la zona Cee sulla costa orientale del paese sono Chachoengsao, Chon Buri e Rayong. L'attuale esecutivo, sullo schema Cee, intende costituire un polo industriale ad alta tecnologia. E la coltivazione delle tre erbe, secondo le autorità governative, ha il potenziale per rilanciare l'economia nazionale.«Il governo sosterrà lo sviluppo di questi prodotti nella lavorazione upstream, midstream e downstream (a monte, al centro e a valle, ndr) nell'ambito di un nuovo modello di business», ha detto il viceministro Prompow al Bangkok Post. Nel 2020 la Thailandia ha esportato erbe tradizionali per un valore di 100 miliardi di baht, secondo il ministero dell'agricoltura. Gli estratti sono utilizzati nelle industrie che producono medicine tradizionali, integratori alimentari e prodotti termali.
Nel febbraio dell'anno scorso il Paese del sud-est asiatico ha avviato un progetto sperimentale che consente ai cittadini di coltivare sei piante di marijuana per famiglia. L'erba viene poi venduta al governo che ne ottiene cannabis medica. Un modello che va oltre la vendita governativa o l'autoproduzione, e che coinvolge direttamente i cittadini per ampliare il mercato.
Export. Ma anche turismo. Pochi mesi fa il governo thailandese ha sponsorizzato un tour della marijuana legale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle proprietà mediche e le potenzialità economiche della pianta. Il programma prevede visite alle fattorie di marijuana legale, conferenze sulle regole per la sua coltivazione e laboratori per imparare a gestire le piante e ricavarne un reddito regolare. In una parola: economia.
(Filippo Merli, Italia Oggi del 28/08/2021)
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