Abbiamo condotto una revisione sistematica per determinare l'efficacia e la sicurezza del cannabidiolo (CBD) per il dolore cronico. La revisione è conforme alla checklist 2020 dei Preferred Reporting Items for Systematic Review and Meta-Analysis (PRISMA).

Cinque database (PubMed, PubMed Central, Medline, Cochrane Library e ScienceDirect) sono stati ricercati utilizzando cannabidiolo, CBD, canapa e dolore cronico. I criteri di inclusione utilizzati sono stati studi su popolazioni adulte di età >18 anni; sintomi del dolore > tre mesi di durata; tutte le preparazioni disponibili di CBD; solo studi umani; pubblicazione in inglese negli ultimi cinque anni. Sono stati trovati un totale di 2298 articoli. Sono stati applicati criteri di inclusione e sono state effettuate valutazioni della qualità, risultando in 12 pubblicazioni idonee per la revisione.

Il CBD e il tetraidrocannabinolo (THC), entrambi provenienti da piante di cannabis con strutture chimiche quasi identiche, si legano al recettore CB, provocando effetti diversi come la psicoattività osservata sul THC ma meno o nessuno nel CBD. Le normative del CBD in tutto il mondo differiscono l'una dall'altra a causa dell'insufficienza di prove solide per stabilirne i benefici rispetto ai rischi. Tuttavia, alcuni studi stanno mostrando i benefici del CBD non solo per il dolore cronico, ma anche per il miglioramento del sonno e la qualità della vita.

In conclusione, il CBD è un'ottima alternativa a un oppioide nel dolore cronico perché il CBD non è inebriante nella sua forma pura. Dovrebbero essere condotti più studi clinici per dimostrare l'importanza del CBD clinicamente e statisticamente.

(Cureus del 16/07/2022) CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA