Lorenzo Cortese, responsabile del Segretariato della Programmazione per la Prevenzione della Tossicodipendenza e la Lotta al Narcotraffico, ha aperto il dibattito sulla legalizzazione della marijuana a scopi terapeutici. Con atteggiamento pragmatico Cortese ha detto: "se si raggiunge il consenso scientifico sugli effetti benefici della marijuana per i malati terminali, non avrei dubbi nell'agevolare la legalizzazione" proponendo un parallelo con la morfina che e' un derivato dell'oppio, ma che e' ammessa per le cure di malattie come il cancro.
Cosi' Raul Zaffaroni, responsabile dell'Istituto contro la Discriminazione (Inadi), ha sottolineato come la maggior parte dei farmaci che vengono usati in medicina sono tossici, alcuni creano dipendenza e altri portano alla morte, tanto che alcuni li usano proprio come droghe, eppure nessuno pensa di proibirli, per giungere infine alla conclusione di essere favorevole alla depenalizzazione del consumo per fini terapeutici e non. Un altro autorevole parere e' stato espresso da Mariano Ciafardini, segretario della Politica Criminale del ministero della Giustizia, che contesta il principio alla base della proibizione del consumo di stupefacenti: non rappresentano un rischio per la salute pubblica, visto che la marijuana e' da considerarsi alla stregua del caffe' o dell'alcool.