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Brasile. Propaganda ingannevole. Su Costa, Lula e la pena di morte
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Articolo di Wálter Fanganiello Maierovitch *
1 luglio 2004 19:03
 
L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha istituito il 26 di giugno come Giornata internazionale per combattere le droghe. Attraverso la sua agenzia di competenza -United Nation Office on Drugs and Crime, Unodc- cerca di coprire l'insuccesso delle retrograde convenzioni in materia. Come non bastasse, l'Unodc, con problemi di fondi, cerca di accattivarsi le simpatie dei Paesi donatori per finanziare progetti e mantenere la sua dispendiosa struttura amministrativa.
La propaganda privilegia la linea proibizionista e militarizzata, come politica per contrastare la domanda e l'offerta delle droghe illecite. Tutto questo nella piu' assoluta conformita' con le sue due ultime, e vigenti, convenzioni dell'Onu: quella di New York (1961) e quella di Vienna (1988).
In queste due convenzioni e' prevalsa l'impostazione nordamericana delle politiche antidroghe, nota anche come War on drugs, guerra alle droghe. Una politica che non si puo' modificare, a meno che ci sia l'unanimita' tra gli Stati membri. E sono contrari a qualsiasi cambiamento, per esempio, gli Stati teocratici, gli Usa, la Russia, la Svezia, la Malesia, la Thailandia e Israele.
La Giornata internazionale si sorregge nelle espressioni "combattere" e "antidroghe". Lo scoraggiamento al consumo avviene attraverso la proibizione criminalizzante. Nel frattempo l'industria delle droghe -che non e' mai stata scomodata con un controllo reale dei prodotti chimici necessari per la raffinazione o la preparazione delle droghe sintetiche- ricicla il denaro nel sistema bancario. Nel 2003, ha guadagnato l'8% dell'importo ottenuto dal commercio mondiale regolare.

Per quanto riguarda il Brasile, Lula ha abbandonato l'idea delle politiche progressiste, concretizzata nella lettera che propugnava la revisione delle convenzioni, inviata al segretario generale dell'Onu, nel giugno del 1998. Come presidente, Lula e' divenuto conservatore e mantiene la politica antidroghe del suo predecessore, Fernando Henrique Cardoso.
Lula ha smesso di seguire l'esempio dei Paesi progressisti che hanno abbandonato le convenzioni tramite il "rimpatrio". Ossia, hanno riguadagnato sovranita' e competenza nazionale, per tracciare le proprie politiche sulle droghe e la tossicodipendenza.
Come ricordano specialisti progressisti "l'attuale politica nordamericana per combattere le droghe produce piu' danni di quelli derivati dall'utilizzazione abusiva delle sostanze proibite".
Lo zar antidroghe dell'Onu e' l'italiano Antonio Costa, funzionario di carriera, specializzato in economia e finanza, senza esperienze precedenti in materia di droghe. Costa predica la realizzazione dei test tossicologici nei bambini, nelle scuole. In questo particolare, non e' stato originale. Ha imitato il presidente George W. Bush. Entrambi sono degli adepti della pedagogia della punizione, in cui la scuola ha funzioni uguali ai medievali "riformatori" per minorenni.
Nel recente summit della Commission on Drugs, lo zar Costa ha criticato quelli che classificano la marijuana come una droga leggera. Proponendo la criminalizzazione dell'uso personale. Chiaramente si riferiva alla Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Portogallo, etc.
In questo momento Costa e' impegnato, fino al 2008, ad eradicare dal pianeta le coltivazioni di droghe illegali, come la coca, la cannabis e l'oppio. Un'operazione che, nel 1964, l'Onu si era proposta di fare per i successivi 25 anni. Come risultato ha "raccolto" l'ampliamento delle coltivazioni e la constatazione dell'esistenza di Stati la cui economia dipende dal mercato illegale delle droghe.
In Brasile Costa ha cercato di dare prestigio alla politica in vigore e alla VI Settimana Nazionale Antidroghe, aperta dal presidente Lula. In visita nel Paese, non riuscira' comunque ad allontanare il fantasma dei sospetti degli scandali avvenuti nella sua agenzia, dopo le denunce del diplomatico Samuel Gonzalez-Ruiz (che si riferivamo alla direzione di Pino Arlacchi, ndr).
Nell'Unodc, Gonzalez-Ruiz era il capo del dipartimento antimafia a cui sommava anche la funzione di consulente di alto livello delle Nazioni Unite. Quando ha rinunciato agli incarichi, disse: "Non ho lo stomaco per promuovere la lotta contro la criminalita' organizzata e la corruzione nel pianeta, mentre lavoro in un'agenzia che tollera violazioni amministrative e, in alcuni casi, anche criminali".

La presenza di Costa in Brasile potrebbe ispirare Lula per adottare la pena di morte. Nel frattempo, e' bastata per regolamentare la legislazione sull'abbattimento degli aerei sospetti di trasportare droghe illegali.
In merito all'abbattimento aereo, l'idea originale e' nordamericana. Solo che da loro non e' piu' apprezzata dopo la morte della missionaria Rony Bowers, di 35 anni, e di sua figlia Charity, di 7 mesi. Erano cittadine nordamericane e si trovavano su un aereo abbattuto in Peru'. L'infondato sospetto venne trasmesso alle autorita' peruviane dalla base nordamericana di Key West.


* Gia' segretario antidroga del Brasile
 
 
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