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Brasile. Attenzione alla Giornata Internazionale contro le droghe. Attenzione a Costa e all'antidoping a scuola
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Articolo di Wálter Fanganiello Maierovitch *
20 giugno 2004 18:31
 
Internauti attenti al 26 giugno. Ossia, attenzione alla data istituita dall'Onu come "Giornata Internazionale per combattere le droghe". Potreste cadere in una storia di propaganda ingannevole. Quel giorno infatti, il Governo di Bush ripetera' che l'Iniziativa Regionale Andina (Ira) -il vecchio Plan Colombia- sta avendo successo. Che ha gia' eliminato il 20% delle coltivazioni di coca in Peru', Bolivia e Colombia. C'e' di piu'. Antonio Maria Costa arrivera' in Brasile in settimana. Partecipera', con Lula, alla Settimana Nazionale Antidroga. Costa, dal maggio del 2002, e' il responsabile per l'agenzia dell'Onu competente in materia di droghe illegali e prevenzione del crimine (Unodc, la vecchia Undcp). Nelle valige, Costa si portera' l'utopica tesi che puo' esistere una societa' libera dalle droghe. Fino a che Costa stara' con la politica nordamericana, continuera' a sostenere la War on Drugs, la guerra alle droghe.

Per farsi un'idea dell'ideologia di Costa, basti ricordare che predica i test antidroga per i bambini, nelle scuole. In breve, e' un adepto della pedagogia della punizione. Preferisce la punizione all'educazione. Inoltre, preferisce la discriminazione dei bambini o degli adolescenti, sorpresi con i test tossicologici, che la dissuasione attraverso l'educazione. Non distingue la scuola da un posto di polizia. Costa non comprende che gli esami tossicologici nelle scuole impediscono la formazione di una cultura della responsabilita'.

Per quanto riguarda la riduzione delle aree coltivate a coca, il governo di Bush nasconde i danni ambientali e umani che avvengono a seguito dello scarico dei veleni nelle piantagioni dell'America Andina. Non dice, Bush, che i nordamericani continuano ad essere i campioni mondiali per consumo di cocaina e di droghe sintetiche. In Colombia, come conseguenza delle fumigazioni con gli erbicidi, le piantagioni migrano e le tecniche agricole si modificano. Oggi viene praticata quella delle piccole coltivazioni, in zone di difficile fumigazione, per esempio, aprendosi delle radure nelle foreste. La distanza tra le piante di coca e' stata ridotta e vengono utilizzate dei tipi di piante che producono una maggiore quantita' di foglie. Inoltre, l'economia delle droghe e' fiorente. Le droghe rappresentano l'8% del complessivo commercio internazionale legale.

Come conseguenze abbiamo: il rafforzamento del potere delle mafie-cartelli; la corruzione dei governi, a tutti i livelli; la corrosione della sicurezza interna, come si percepisce a Rio de Janeiro; lo stimolo alla violenza; la distorsione nei mercati; e l'abbandono dei valori etico-morali.

Questo panorama, creato dalla politica nordamericana imposta al Brasile e ad alcuni Paesi che seguono le Convenzioni dell'Onu (sempre di stampo nordamericano), genera, nel cittadino comune, insoddisfazione e malessere. Disinformato, crede al folklore di Buh, Costa, Uribe, ecc.

Internauta: la colpa non e' della droga in quanto sostanza che altera il sistema nervoso centrale. La colpa deve essere attribuita ai decenni di politiche opportuniste, ingannevoli, fallite, di guerra alle droghe con interventi militari in altri Paesi. In piu' deve essere attribuita alla demonizzazione del consumatore. E' una utopia la creazione di una societa' libera dalle droghe illecite (quelle non proibite, infatti, possono esserci). Basterebbe conoscere la storia delle civilta'.


* Gia' segretario antidroga del Brasile
 
 
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