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 ITALIA - ITALIA - Legalizzazione cannabis. Aperitivo dei Radicali in consiglio comunale a Torino
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26 gennaio 2015 17:20
 
Non era "discussa nè tantomeno autorizzata" - come si legge nella lettera del presidente del Consiglio comunale, Giovanni Porcino, ha inviato questa mattina a Silvio Viale - ma il "buffet alla cannabis" organizzato e annunciato dal consigliere radicale del Partito democratico si è svolto lo stesso prima dell'inizio del Consiglio. Tartine, tisane, pane ma anche cordami a base di canapa sono stati offerti ai consiglieri dal Coordinamento unitario per la legalizzazione della canapa. Non si placano però le polemiche: al "cannabis party" ha fatto una puntata anche il consigliere di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone che ha ricordato la posizione del suo partito a favore dell'uso terapeutico "che non va mescolata a questo mercatino di prodotti che rischia di sminuire la questione. Senza contare che si tratta di uno spot commerciale per i produttori che vengono ospitati a Palazzo Civico".
Secondo Silvio Viale, invece, si tratta di un momento di sensibilizzazione "per sfatare la nomea clandestina della canapa che invece è un prodotto che ha molti usi, a partire da quello medico, ma anche industriale e alimentare". Al buffet hanno partecipato il consigliere Pd Luca Cassiani, quello del Movimento 5 stelle, Vittorio Bertola e il consigliere regionale di Sel Marco Grimaldi che ha depositato una proposta di legge sull'uso terapeutico della canapa. Proprio in vista della discussione della proposta di legge in Consiglio regionale, anche lì si svolgerà nelle prossime settimane un canapa party analogo a quello di oggi.
Quel buffet, con prodotti legali a base di canapa, non s'aveva però da fare. Vietato. Parola del presidente della Sala Rossa, Giovanni Porcino, che questa mattina aveva risposto ad una richiesta di comunicazioni di Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d'Italia, con una lettera dove spiegava che la Sala matrimoni era stata concessa solo per una conferenza stampa sul tema, come da richiesta della segreteria del gruppo del Partito democratico. "Qualsiasi altra iniziativa collegata e collaterale è da ritenersi né preventivamente decisa nè tantomeno autorizzata" scriveva il numero uno del Consiglio comunale. Consiglio che un anno fa, il 14 gennaio 2014, in tema di cannabis ha votato, primo tra quelli delle grandi città italiane, un appello al Parlamento per "il passaggio da un impianto proibizionistico a uno di tipo legale della produzione e della distribuzione delle droghe leggere".

A seguire una nota in merito di Giulio Manfredi (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta):
Con il loro “Cannabis buffet” organizzato oggi nel Municipio di Torino, Viale e compagni hanno lanciato un sasso nello stagno dell'immobilismo e dell'ipocrisia. L'ipocrisia di chi si straccia le vesti per un'iniziativa che non ha violato nessuna legge e non vede l'enorme scandalo rappresentato da una sostanza illegale (la cannabis) consumata ogni giorno da milioni di cittadini italiani. L'ipocrisia di chi si preoccupa del decoro delle istituzioni e non si pone minimamente il problema di assicurare l'accesso dei cittadini italiani ai farmaci cannabinoidi, legali in Italia, teoricamente, dal 2007; eppure, nel 2013, solo 60 (sessanta) cittadini, in tutta Italia, sono riusciti ad accedere a terapie a base di farmaci cannabinoidi.
Lo scorso 18 settembre, le ministre Lorenzin (Salute) e Pinotti (Difesa) avevano annunciato in pompa magna la stipula di un Accordo di collaborazione per l'avvio di un progetto pilota per la produzione nazionale di farmaci cannabinodi presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Sono passati quattro mesi ma di quell'Accordo si sono perse le tracce.
Come nessun segnale arriva dal Consiglio Regionale del Piemonte, dove il 1° dicembre scorso ben 12 consiglieri del centro-sinistra, guidati da Marco Grimaldi (SEL), hanno presentato una proposta di legge regionale (n. 78/2014, vedi link) per l'uso terapeutico della cannabis, come richiesto anche da una petizione popolare presentata il 23 settembre scorso dall'Associazione radicale Adelaide Aglietta.
Ancora una volta si guarderà il dito di Viale o Grimaldi, e non si vorrà vedere l'obiettivo che indica quel dito?


 
 
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