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 FRANCIA - FRANCIA - Un Tribunale si rifiuta di giudicare un coltivatore di cannabis per aver coltivato 144 piante e 1 chilo di cannabis
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8 maggio 2024 15:11
 
 Con una decisione che dovrebbe segnare una pietra miliare, il Tribunale penale di Poitiers ha annullato la citazione in tribunale di un coltivatore di cannabis e ha rifiutato di giudicarlo nonostante il ritrovamento nella sua casa di un raccolto di 144 piante e di 1 chilo di cannabis a Sérigny, una cittadina vicino Châtellerault.

La decisione si basa sull'anticonvenzionalità della legge francese rispetto alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). La coltivazione di cannabis per uso personale è infatti repressa in Francia dall'articolo L3421-1 del Codice della sanità pubblica, che la punisce con un anno di reclusione e una multa di 3.750 euro. È possibile rinunciare a tale sanzione pagando una multa fissa. Tuttavia, l’articolo 7, paragrafo 1, della CEDU stabilisce che un reato non può essere punito con “una pena più pesante di quella applicabile al momento in cui è stato commesso il reato”.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che non esiste alcun criterio che consenta di giudicare se il consumatore debba essere punito con un anno di reclusione e una multa di 3.750 euro o solo con una multa forfettaria, potendo allora scegliere la decisione casuale della prosecuzione.

"Questa situazione viola evidentemente il principio di prevedibilità delle sentenze, sancito dalla Convenzione e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo" si riferisce alla decisione della Corte, che aggiunge che il testo crea visibilmente una possibile differenza di trattamento tra due imputati in situazioni simili, e quindi discriminazione contraria in particolare alla CEDU.

L'imputato, difeso dall'avvocato Nicolas Hachet, ha visto quindi annullata la sua citazione in tribunale. La Corte invita eventualmente il pubblico ministero a comminare all'imputato una sanzione penale forfettaria – e la relativa registrazione nel bollettino n. 1 del casellario giudiziario per 3 anni.

Nicolas Hachet, la cui biografia su Twitter è “Non posso, depenalizzo”, non intende fermarsi qui. Per quanto riguarda l'AFD, difenderà davanti alla CEDU, così come ha fatto davanti al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassazione, l'idea che una multa, soprattutto se forfettaria, non trova posto nel Codice della sanità pubblica, e più specificatamente nella sua parte dedicata alla lotta alle malattie e alle dipendenze.

“Non combattiamo una malattia imponendo multe ai “malati”, il che equivale a un trattamento inumano e degradante contrario all’articolo 3 della CEDU”, ci dice.

(Newsweed del 07/05/2024)

 
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