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Yemen. Il fenomeno khat e il mercato Usa
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Articolo di Marco Bazzichi
7 novembre 2002 17:20
 
Nel 2001 il mercato della khat ha contribuito al 4,2% dell'intero prodotto interno lordo dello Yemen. Brace Harris, docente di storia del Medio Oriente all'Occidental College in California, ha studiato a fondo l'industria della khat nel 2000. Ne ha concluso che dubita fortemente che la coltivazione dello shrub sia in grado di fornire finanziamenti alle organizzazioni terroristiche: "chi fa soldi da questa pianta e' fondamentalmente il coltivatore stesso, e il mercante che la porta in citta'". In Yemen, le foglie di khat sono colte all'alba e trasportate velocemente nei mercati all'aria aperta, in tempo per il mercato di mezzogiorno. Le foglie, che producono un amaro, non proprio piacevole, sapore, attirano all'improvviso un'orda di clienti. "E' un evento sociale" spiega Harris. "La gente si siede in cerchio, spesso in apposite sale con divanetti, e inizia a masticare le foglie fresche che l'albero di khat ha prodotto la mattina stessa. Talvolta ci fanno il caffe'. Nel frattempo chiacchierano di politica, di religione, di qualsiasi cosa". Essere veloci e' importante nell'industria della khat, e questo crea ulteriori problemi alle forze impegnate nella lotta al narcotraffico nella costa atlantica degli Usa. Il catinone, la sostanza che produce effetti di euforia simili a quelli degli anfetaminici, perde potenza a 48 ore dal taglio delle foglie di khat, come dimostra uno studio della Dea. Ecco perche' quasi tutta la khat trasportata in America giunge su voli internazionali. Gli aeroporti di JKF e di Newark sono quelli piu' interessati da questo traffico. La breve vita della khat rende piu' difficile l'individuazione di chi la smercia negli Usa. Anche quando viene confiscata, una volta nei laboratori federali, ha perso i valori chimici che possano dimostrarne l'illegalita'.
 
 
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