Per 20 anni le fortune dei governanti statunitensi si sono basati sull'essere duri contro il crimine.
Quindi pene minime obbligatorie, carcere duro, pene altissime. Adesso, sembra che l'opinione pubblica sia piu' interessata a temi come la scuola che non alla punizione dei carcerati, e i governanti, guardandosi indietro, scoprono di aver messo su, volta per volta, un sistema enorme e costosissimo.
Allora si stanno cercando alternative al carcere, cominciando dai colpevoli di reati non violenti connessi alle droghe.
Per capire cosa fosse il sistema penale, basta portare i numeri del Mississippi, che nel 1994 istitui' una legge che prevedeva la semiliberta' solo per chi avesse scontato almeno l'85% della pena. Dal 1994 al 2000, la popolazione carceraria, e' passata da 10.699 detenuti, a 37.754 (+253%).
Per fare un altro esempio, in Louisiana, nel 1995 vennero imposte le pene minime obbligatorie (mandatory minimum sentences). All'entrata in vigore delle leggi, i detenuti erano 25.260; la proiezione per il 2004, era di arrivare a 46.000, (+82%). Per il Senatore Democratico Donald R. Cravins, questo sistema "stava mandando lo Stato in bancarotta e non riduceva il crimine". E poi aggiunge che in Louisiana la situazione era diventata tale, per cui "la meta' delle persone era in galera, e l'altra meta' lavorava come guardia carceraria. Stavamo buttando soldi in un pozzo senza fondo, mentre non mettevamo bene a fuoco quello che e' il grosso problema che porta all'incremento del crimine, cioe' l'educazione scolastica".
Nel Connecticut, e' stato posto fine alle sentenze minime anche per porre fine alle disparita' razziali. La meta' delle persone arrestate sono infatti bianche, ma in prigione, per gli stessi motivi, nove su dieci appartengono alle cosiddette minoranze (afroamericani, ispanici eccetera). Questo anche perche' una legge nel Connecticut prevede la sentenza minima per il possesso di stupefacenti a circa un chilometro da alcuni uffici pubblici (tra cui le scuole). E' evidente che nelle grandi citta' dove vive la maggior parte delle minoranze, cio' vale a dire "ovunque".