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Usa. Il Plan Colombia: un contratto a tempo, senza che si veda la fine
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Articolo di Donatella Poretti
6 giugno 2003 19:51
 
In una audizione organizzata dal Senato degli Stati Uniti, il vicepresidente colombiano ha illustrato il bilancio del Plan Colombia segnalando che, se la cooperazione internazionale proseguira', si raggiungera' l'eradicazione di tutte le coltivazioni illecite nel 2006.
Francisco Santos ha fatto una dettagliata esposizione dei successi del Plan Colombia, chiedendo cosi' ai senatori di mantenere gli stessi livelli di assistenza, visto che il terrorismo, invece che diminuire potrebbe inasprirsi. Infatti le organizzazioni armate diventeranno sempre piu' violente se ci saranno sempre piu' vittorie militari contro di loro, e se gli verranno tolti i finanziamenti del narcotraffico.
"Questo mi preoccupa, perche' prevedo che i nostri successi faranno si' che queste organizzazioni cerchino nuove forme di terrorismo. Come usare armi di distruzioni di massa", ha spiegato Santos, dopo avere pronosticato anche che certi settori radicali dei paramilitari finiranno con l'allearsi con i narcotrafficanti e con le Farc per cercare di destabilizzare il Paese. Sentito dai giornalisti in merito alla possibile alleanza tra le Farc e Al Qaeda, Santos ha replicato che al momento questa non esiste, ma che e' solo una questione di tempo. "Se io fossi delle Farc o di Al Qaeda penserei che sarebbe una buona alleanza, visto che la coca e' un affare molto redditizio. Prima o poi finiranno con unirsi".

All'audizione sono stati sentiti, per gli Usa, il capo del Comando Sud, James Hill, il sottosegretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, Curt Struble, l'incaricato per l'Agenzia per il Controllo dei Narcotici Internazionali (Inl), Paul Simons e l'Assistente per il Dipartimento della Difesa, Marshall Billingslea. Tutti hanno concordato con Santos sul fatto che il Plan Colombia ha iniziato a dare i suoi frutti: con un -15% delle coltivazioni di coca e un -25% di quelle di papavero da oppio. In evidenza anche le diserzioni registrate tra i paramilitari e tra le Farc. Le statistiche hanno mostrato come, durante il primo trimestre di quest'anno, i sequestri sono diminuiti del 40% e gli omicidi del 50%. "Quando uno vede questi rapporti dell'intelligence, non puo' far altro che essere contento. Le cose marciano nella direzione giusta", ha sottolineato Hill.
Mentre Santos ripeteva l'impegno del presidente colombiano Uribe di finire con tutta la coca e l'oppio entro il 2006, gli altri funzionari statunitensi sono stati piu' cauti ed hanno promesso sempre per la stessa data una riduzione delle coltivazioni illegali di "solo" il 50%. Tutti comunque hanno concordato nel rinnovare al Congresso la richiesta di finanziamento di quasi 700 milioni di dollari, cosi' come chiesti dal presidente Bush per la Colombia per l'anno 2004. E soprattutto hanno chiesto di poterli utilizzare per combattere direttamente i gruppi terroristi e non solo il narcotraffico. "Con Uribe e con questa nuova amministrazione l'abilita' per colpire i terroristi e i narcotrafficanti e' cresciuta in maniera esponenziale", ha ripetuto Hill, che ha trovato d'accordo il senatore Jeff Session quando ha descritto Uribe come "il leader di cui avevano bisogno i colombiani" per sconfiggere i violenti.

E vediamoli i risultati della politica della "mano dura" -della politica di Sicurezza Democratica- del presidente Uribe, secondo un rapporto militare reso noto lo scorso 4 giugno.
Un totale di 822 guerriglieri e paramilitari colombiani sono morti, 3.591 sono stati arrestati e 385 hanno disertato nei primi cinque mesi del 2003.
Al 31 di maggio sono "stati messi fuori combattimento 4.798 terroristi", 3.266 dei quali erano guerriglieri, 688 paramilitari, 388 erano al servizio dei cartelli del narcotraffico e il resto faceva parte di bande criminali. L'Esercito colombiano ha inoltre reso noto di avere fatto fallire 370 azioni terroristiche, il che presuppone un incremento del 39,51% rispetto al 2002. Inoltre 244 appartenenti alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc), 75 dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), 8 di alcuni gruppi dissidenti e 58 paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia (Auc) sono rientrati nei piani ufficiali di reinserimento. Il fatto rappresenta un incremento del 130% rispetto allo stesso lasso di tempo del 2002.
Le Farc possono contare su 17 mila uomini, le Eln su 7 mila e le Auc su 8 mila. Le perdite per i vari gruppi armati illegali sono state cosi' suddivise: Farc 543 uccisi in combattimento, 1.063 catturati e 244 disertori; Eln 160 morti in combattimento, 257 catturati, 75 disertori; Auc 88 morti, 542 arrestati e 68 disertori.
Rispetto ai 39 anni di guerra civile con un bilancio totale di 200 mila morti, in Colombia si verificano una media di 3 mila sequestri all'anno.

Sempre questa settimana il Gao, cioe' l'Ufficio di Contabilita' Generale del Congresso Usa, ha pubblicato un rapporto in cui si dice che "difficolta' economiche e amministrative" impediranno il trasferimento del controllo dei programmi del Plan Colombia alle autorita' di quel Paese nel 2006. Il rapporto e' stato firmato da Jeff Ford, direttore degli Affari Internazionali del Gao.
Gli Usa dovranno continuare ad investire -a partire dal 2006 e come minimo- 230 milioni di dollari annuali se non si vuole che questi programmi -considerati la punta di lancia nella guerra alla droga- siano sospesi. Quando si era dato l'avvio al Plan Colombia nel 2000, si era previsto che una volta consegnati piu' di 72 elicotteri, e una volta che fossero stati addestrati gli uomini per pilotarli e mantenerli, la Colombia avrebbe potuto assumere pienamente il controllo delle operazioni della Brigata Antinarcotici dell'Esercito, con il sostegno Usa, cioe' a partire dal 2006.
Secondo il Gao, pero' "una serie di problemi non previsti impedira' che questo avvenga". L'Esercito della Colombia -dice il rapporto- non conta, ne' contera' in un futuro prossimo di piloti e di meccanici necessari per realizzare le missioni, e percio' queste continuera' a dipendere da militari "a contratto" al servizio del Governo Usa. Ma altri problemi ci sono per l'interdizione aerea e terrestre, per lo sviluppo alternativo, la riforma della giustizia e l'assistenza agli sfollati. Pure se questi problemi si risolvessero, sara' improbabile che gli Usa possano "disimpegnarsi" in Colombia, poiche' il Paese non ha le risorse necessarie per mantenere i programmi avviati. "Le precarie condizioni economiche del Paese", e i costi del conflitto interno "fanno si' che la capacita' dello Stato sia molto limitata". La Colombia e il suo futuro interessano agli Stati Uniti, ma attenzione ai costi della guerra contro il terrorismo in Iraq, Afghanistan e Medio Oriente, che hanno obbligato gli Usa a considerare con attenzione le risorse che si spendono in altri Paesi. Inoltre nel caso della Colombia, scrive il Gao nel suo rapporto, "non esiste una stima dei costi del programma per il futuro, ne' quando finira' e ne' come si pensa di otternere la fine".
 
 
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