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Usa. La Norml va al Congresso
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Articolo di Alessandro Garzi
1 agosto 2002 18:50
 
I militanti del Norml (National Organization for the Reform of the Marijuana Law), si stanno attivando presso il Congresso Usa per proporre un diverso approccio alla cosiddetta marijuana terapeutica.
Keith Stroup, a capo dell'organizzazione, sta portando avanti, in particolare questa campagna, anche cercando di smentire quello che molti pensano (e non solo negli Usa, a dire la verita'), cioe' che le campagne per la marijuana terapeutica siano in realta' un modo per nascondere il proprio "desiderio di legalizzare (o come dicono da noi liberalizzare) tutte le droghe".
Alcuni sondaggi fatti negli Usa, vedono i cittadini favorevoli alla legalizzazione della marijuana, al 34%, ma se si parla di legalizzare la stessa sostanza limitatamente agli scopi medici, la percentuale sale al 73% di americani che permetterebbero ai medici di prescrivere cannabis. Il supporto, nel Congresso e' pressoche' nullo, a parte casi isolati, come il democratico Barney Frank, che supporta la proposta di legge per permettere l'uso medico della cannabis nei nove Stati che lo avevano gia' votato, o il repubblicano Ron Paul, anche lui "sponsor" della proposta, che ammette che "e' normale per il Congresso essere 20 anni indietro".
Non mancano, al Congresso, le persone fermamente contrarie a questa ipotesi, come l'ex candidato alla Casa Bianca Pat Buchanan, che accusano Stroup e gli altri di "sfruttare" i malati di cancro e di sclerosi multipla, per legalizzare la marijuana per altri fini. Regge ancora la motivazione della "droga d'ingresso", secondo la quale la marijuana va proibita perche' porta, poi, ad usare altre sostanze. I favorevoli alla legalizzazione fanno notare che prima di fare uso di marijuana, in America, si fa uso di tabacco e di alcool, e spesso anche prima che la legge lo consenta.

La marijuana a scopi medici era gia' stata legalizzata in nove Stati, con altrettanti referendum, tenuti tra il 1996 e quest'anno, ma il risultato delle urne e' stato vanificato da una sentenza della Corte Suprema. Altri dodici Stati hanno cambiato le proprie leggi sulla droga, decriminalizzando il semplice possesso di piccole quantita' di cannabis e facendolo diventare un reato amministrativo.
Una nuova iniziativa in questo senso e' venuta dal Nevada, dove una proposta di legge vorrebbe legalizzare la cannabis non solo a fini terapeutici, regolarizzandone la vendita. Questa proposta ha scatenato una serie infinita di scomuniche e anatemi, "da parte delle stesse persone -fa notare Robert Sharpe della Drug Policy Alliance- che dicono che non ci sono rischi nello stoccare i rifiuti radioattivi lungo le autostrade. Hanno trasformato il Nevada in una discarica nazionale di materiale radioattivo, e adesso hanno tutta questa cura della salute dei cittadini?"

Secondo i dati della Norml, ogni anno vengono arrestate negli Usa, 743.000 persone per aver infranto le leggi sulla marijuana, l'88% di loro per semplice possesso, e per lo stesso motivo ci sono in prigione da 40.000 a 50.000 persone. Ogni anno, per le formalita' di questi casi, vengono spesi 10 miliardi di dollari.
 
 
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