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Usa. Cosa succede dopo le sconfitte e, soprattutto, dopo la vittoria di San Francisco?
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Articolo di Vincenzo Donvito
10 novembre 2002 19:22
 
Dopo la sconfitta dei referendum in tre Stati, le associazioni che li avevano proposti si stanno organizzando per nuove battaglie politiche e legali.
In Nevada ha fatto fiasco il voto che mirava alla legalizzazione del possesso di marijuana, mentre in Arizona si voleva depenalizzarne il possesso, e in South Dakota si voleva legalizzare la coltivazione di canapa. Comunque qualcosa e' passato, come quella che ha fatto si' che in 19 distretti del Massachussetts il possesso di marijuana e' stato decriminalizzato, trasformandolo in una infrazione amministrativa. Il "gioiello", pero', e' il risultato di San Francisco, dove l'amministrazione cittadina dovra' avviare una politica sperimentale con un programma di coltivazione e distribuzione della marijuana terapeutica.
Rob Kampia, direttore esecutivo del "Marijuana Policy Proiect" con sede a Washington D.C., ha infatti fatto sapere che il centro di tutta la loro campagna e' stato San Francisco, dove il sostegno c'era anche da parte del Sindaco e diversi assessori.
In questo week-end, ad Anaheim (California), Kampia ha riunito circa 500 persone che sostengono la riforma delle leggi sulla marijuana, per una conferenza di tre giorni che intende pianificare le prossime iniziative. Il lavoro da fare e' ingente, perche', secondo quanto fanno sapere i dirigenti delle agenzie federali per la lotta alla droga, la sconfitta dei referendum rappresenterebbe anche la fine del movimento per la legalizzazione. Secondo lo zar federale antidroga, John Walters, si tratterebbe di una vittoria in cui ha trionfato il senso comune delle persone contro la propaganda a favore delle droghe. Un'opinione che, pero', fa dire al nostro Kampia: "Bene, sono pronto alla sfida, so che dobbiamo lottare". L'intento e' di far si' che quanto successo a San Francisco, facendo molta attenzione che tutto vada come deciso dal referendum e non sia solo fumo negli occhi, divenga il simbolo di una possibile legislazione federale in materia, installando coltivazioni di marijuana e trattando la droga come una medicina che aiuti a lenire il dolore di alcuni malati.
"Ma tutto questo e' illegale per le leggi federali", fa notare il portavoce della Dea a San Francisco, Richard Meyer. Ma nonostante questo, ad oggi, in otto Stati la cannabis terapeutica e' legale, mentre in altri 35 Stati sono state approvate delle leggi che riconoscono un certo valore alla marijuana come medicinale. E la Dea, sempre in California, ma senza l'aiuto della polizia locale, e' intervenuta alcune volte per far rispettare la legge federale.
Mentre negli ultimi mesi, diversi giudici federali della California hanno riconosciuto il diritto di diverse persone a fare uso della cannabis terapeutica, e in un caso hanno fatto anche restituire dalle autorita' la marijuana che era stata sequestrata in un raid.
Angel McClary Raich consuma marijuana ogni due ore per lenire il dolore che gli deriva da una sfilza di problemi medici tra cui anche un tumore al cervello su cui non puo' essere fatto un intervento chirurgico, e per questo ha una causa pendente alla Corte distrettuale di Oakland, e dice: "sto lottando per la mia vita, ma sto anche dando una mano per aiutare altri malati".
 
 
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