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Usa. 1944: un rapporto di polizia smentisce l'allarme marijuana
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Articolo di Alessandro Garzi
22 febbraio 2002 21:53
 

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17 gennaio 2002: "Si comincia con lo spinello ...": come nasce la leggenda


"Bill incontra Joe, un suo coetaneo, che, ultraeccitato, gli mostra due spinelli. "Marijuana -dice- andiamo a fumarla, ci divertiremo. Bill e' solo uno delle migliaia di adolescenti che vengono ogni anno iniziati all'uso di marijuana. Che cos'e' questa droga? E' una sostanza potente, della stessa categoria dell'oppio ed e' derivata da una pianta che cresce in modo spontaneo. Per questa ragione, e' difficilissimo controllarla, e facile ottenerla a basso prezzo. Fumare marijuana influisce sul comportamento, distrugge la forza di volonta' e rilascia i freni inibitori, portando a reazioni spropositate. L'uso continuato porta all'ingrossamento del viso, gli occhi diventano rossi, le membra tremano, e la mente va verso la pazzia. Il risultato sono furti, crimini a sfondo sessuale, omicidi".

Cosi' presentava la marijuana, il New York Daily Worker del 28 dicembre del 1940.
D'altronde questa era opinione comune di allora, ben costruita dalla stampa e dal cinema: "l'erba del diavolo" faceva "diventare pazzi", ed era stata proibita dal Congresso pochi anni prima.
Era un dato comune che chi fumava erba era un criminale per questa ragione. E su questa leggenda, gli avvocati ci cominciarono a marciare, cercando di provare la non stabilita' mentale dei propri clienti che confessavano in aula "ho fatto due tiri di marijuana, e poi ho compiuto l'omicidio". Processi che, spesso si concludevano con l'assoluzione.
In questo clima, l'Amministrazione di Fiorello LaGuardia della citta' di New York, nel 1939, decise di verificare quale fosse realmente l'uso di questa droga, e quali fossero gli effetti, concentrandosi solo in una parte della citta' (Manhattan) e ponendosi alcuni quesiti su questa sostanza che altrove veniva presentata come portatrice di ogni male. L'Amministrazione in particolare si chiedeva quale fosse la diffusione della marijuana in citta', e, tra le fasce adolescenziali che venivano presentate come le piu' "colpite" dal fenomeno, quale fosse l'incidenza della marijuana nei crimini che venivano commessi, e in che misura la pianta influenzasse la criminalita' giovanile, se l'erba portasse alla dipendenza fisica, e quanto fossero realistiche le notizie che parlavano degli effetti catastrofici della marijuana nella citta' di New York. Un po' come se oggi, in Italia, di fronte alle cronache sull'immigrazione e sulla criminalita', un presidente di Regione, anziche' basarsi su sondaggi e articoli di giornale, commissionasse in prima persona un'indagine per avere chiara quale sia la situazione, e quali invece siano le speculazioni giornalistiche.
Per svolgere l'indagine, vengono reclutati sei poliziotti, e vengono addestrati a (si legge nel rapporto) "familiarizzare con la marijuana, con le caratteristiche della pianta e delle sigarette, fino a diventare esperti nel riconoscerne l'aroma e identificarne l'uso in ambienti sociali". Viene formata cosi', nel 1939, la "marijuana squad", che agiva in segreto anche rispetto agli altri colleghi. I poliziotti iniziano a raccogliere elementi per rispondere alle domande poste dall'Amministrazione, cominciando dalla ricerca di quali siano gli ambienti nei quali si commercia e si consuma la marijuana. Il risultato e' molto distante dall'iconografia ufficiale: la vendita e' concentrata soprattutto ad Harlem, e viene effettuata in due modi: tramite le "tea pads", oppure tramite quella che il rapporto definisce la "vendita al dettaglio". Le "tea pads" erano appartamenti, o stanze degli stessi, utilizzate come luogo di vendita e di consumo di marijuana. Gli agenti scoprono anche che ad Harlem si trovavano circa 500 "tea pads", e che la loro ubicazione era assolutamente nota non solo alla gente del luogo, ma anche agli stessi proprietari dell'immobile, fino ai poliziotti di zona. Secondo il rapporto la maggior parte delle "tea pads" aveva limitato il suo giro di affari alla sola vendita di erba, alcune fornivano ancora superalcolici (il proibizionismo sull'alcool e' finito relativamente da poco) e solo una era una casa di tolleranza, per smentire l'opinione comune che voleva marijuana e sesso a pagamento assolutamente legati tra loro.
Un altro sistema per la vendita dell'erba e' quello "classico" dello spacciatore, ma con toni decisamente diversi; chi vende marijuana e' la stessa persona che si aggira nei bar e nei ristoranti per vendere sigarette (i film degli anni '30 mostrano spesso la ragazza, di solito, che si aggira per i tavoli con la "cassetta" delle sigarette), e in questo caso, lo fa, secondo la "marijuana squad" all'insaputa dei proprietari del locale.
Per la "squadra", nei primi anni '40 a Manhattan il commercio di marijuana si concentra quasi esclusivamente ad Harlem e nella zona di Broadway.
Un altro punto all'attenzione dell'Amministrazione era il crimine, e quanto questo potesse essere correlato all'uso di marijuana, come si sente dire da piu' parti. I poliziotti smentiscono da subito che il grande crimine possa essere in qualche modo correlato all'uso personale della sostanza. Un professionista considerava, infatti, come non affidabile una persona che agiva sotto l'influenza di qualsiasi tipo di stupefacente. Per la criminalita' spicciola, il rapporto cita un altro rapporto dell'American Medical Association che smentisce che l'uso di marijuana porti a diventare criminali, e che, piuttosto, invita a prendere con cautela i vari processi che si susseguono per instabilita' mentale portata dalla marijuana.
Per stabilire l'uso di marijuana nelle scuole, gli agenti studiano il comportamento degli alunni, chiedono informazioni agli insegnanti, e rilevano che esiste effettivamente un consumo di marijuana tra gli studenti delle scuole superiori, ma notevolmente inferiore a quello che si poteva prevedere, e soprattutto concentrato ad Harlem.
Il "rapporto sociologico" sull'uso della marijuana risponde alle domande poste nel 1944 con le seguenti conclusioni: l'uso di marijuana e' diffuso a Manhattan, ma non cosi' come viene riportato in altre parti degli Usa; fumare erba non porta alla dipendenza nel senso medico del termine; la vendita e la distribuzione non e' sotto il controllo di nessun gruppo organizzato; l'uso di marijuana non porta all'uso di morfina, eroina o cocaina, e non avrebbe senso creare un mercato per queste tre droghe stimolando il consumo di marijuana; quest'ultima non e' l'elemento trainante dei crimini; la marijuana non e' diffusissima tra gli studenti; la delinquenza giovanile non puo' essere associata alla sostanza, ed infine si afferma che "le notizie che riportano gli effetti catastrofici dell'uso di marijuana a New York, vanno considerate come infondate".

Tutto questo succedeva a New York all'inizio degli anni '40. Questo rapporto e' stato per molti versi inascoltato, e il semplice possesso di marijuana e' stato, fin da allora considerato un crimine, con i risultati che sono aumentati, specialmente negli ultimi 20 anni, davvero i crimini connessi alla marijuana, per il trasporto, la vendita (non piu' fatta da "sigarai" o in appartamenti intonacati di blu, ma da bande criminali prima, e da organizzazioni su scala mondiale poi); il consumo e anche il possesso sono aumentati, come e' aumentato a dismisura il consumo, e come sono aumentati i guadagni delle organizzazioni criminali, che in molti Paesi, sono i padroni delle leggi in materia di stupefacenti.

 
 
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