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Thailandia. Contro la droga, per la "cultura della vita"
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Articolo di Alessandro Garzi
24 febbraio 2003 19:40
 
Il primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra, deve essere stato in ottima forma quando, lo scorso primo febbraio, ha annunciato al mondo che "ogni centimetro della Thailandia, alle nove del mattino del 30 aprile 2003, sara' libero dalle droghe", lanciando una delle piu' grosse offensive antidroga che si siano ami viste. Due mesi, solo due mesi per liberare il proprio Paese dalle droghe; e la Thailandia, da questo punto di vista non e' proprio messa bene. Si calcola infatti che tre milioni di thailandesi su 64 (circa un 5%), fa uso di metanfetamine, che passano il confine a dosi di un miliardo l'anno. Inoltre, la Thailandia fa parte del "Triangolo d'oro", la zona che produce la piu' grande quantita' di eroina al mondo, dopo l'Afghanistan. Negli Usa, propositi del genere vengono attuati di quattro anni in quattro anni (piu' o meno ad ogni elezione) dagli anni '30 ad oggi. Shinawatra, lo vuol fare in due mesi.
Il primo ministro ha lanciato, nel tempo, piu' di una iniziativa clamorosa, dalla pena di morte per i trafficanti, ai controlli a tappeto, alle celebrazioni per le cittadine "libere"; con il risultato che i soliti tre milioni di thailandesi continuavano ad assumere meth. E cosa si fa in tutto il mondo quando le pene per i trafficanti (e sulla "traduzione" thailandese di "trafficante" ci sarebbe un po' da discutere) non funzionano? Si aumentano le pene, e lo si dice al telegiornale.
Ma Shinawatra fa proprio sul serio questa volta, ed ha anche lanciato un monito alle varie autorita' locali: chi non libera la propria zona perde il posto, anzi ha anche aggiunto che "chi non collabora e' finito", per la precisione.
Comunque non si puo' proprio dire che la polizia non abbia preso alla lettera il diktat del presidente. Immediatamente all'annuncio dell'inizio della "war on drugs" sono subito scattati gli arresti eccellenti, sono stati istituiti circa tremila posti di blocco specifici in tutto il Paese, e solo nei primi nove giorni 144 trafficanti (con il solito problema di traduzione) sono stati "tolti di mezzo" da parte della polizia. In senso fisico.
Alcune organizzazioni per i diritti umani, si sono un po' insospettite ed hanno chiesto spiegazioni alle autorita': non saranno quelle che tecnicamente si chiamano "esecuzioni extragiudiziali"? Ma la polizia ha prontamente risposto attraverso le colonne del Bangkok Post: niente di tutto questo, sono tutti casi di legittima difesa, perche' una banda di trafficanti ha deciso di uscire allo scoperto proprio in coincidenza (e poi si dice il caso...) dell'avvio della guerra alla droga decisa dal Governo. Dopo questa credibile risposta, Sochmai Homlaor, segretario dell'Asia Forum, un gruppo per la difesa dei diritti umani, ha concluso che, escludendo l'esistenza di narcotrafficanti cosi' idioti, la polizia stia facendo uso delle cosiddette "squadre della morte".
Dopo due settimane, comunque, Shinawatra, ha raggiunto il tipico risultato che si ottiene con questo tipo di offensive: una singola tavoletta di metanfetamine, e' passata, per magia, dal prezzo di 80 baht (1,7 euro), a 300 baht (6,5 euro).
Ma la guerra alla droga, non si ferma per questo. Al 17 febbraio, i "trafficanti" eliminati sono piu' di 600. E' troppo, anche perche', per dimostrare la validita' dell'azione di Governo, ogni giorno i media mostrano le foto dei trafficanti (ricordarsi sempre della traduzione) uccisi, in una pozza di sangue con una pistola in una mano e un sacchetto di metanfetamine nell'altra. Tutti cosi'. Allora i trafficanti thailandesi sono proprio idioti, tutti con un sacchetto di pillole in mano e con una pistola... cerca almeno di non dare nell'occhio!
Lo stesso Shinawatra comincia a pensare che la situazione sia ormai fuori controllo, e, la polizia, ammette che dei 600, circa la meta' erano ricercati, ma che la quasi totalita' degli uccisi, sia da imputare a uno scontro tra bande rivali, un regolamento di conti tra trafficanti insomma. Una curiosita': dopo questa dichiarazione, sull'articolo del sito web della Bbc, che tradizionalmente e' inflessibile, appare la parola "suspicious", sospetto. Hanno fatto sbilanciare la Bbc!
Nel frattempo, gli arrestati sono arrivati a quota 15.616, numero che deve aver contribuito non poco a peggiorare il problema carcerario in Thailandia, visto che, rispetto al carcere di Bangkok, a San Vittore i detenuti soffrono di solitudine.
Il primo ministro, tentando di spiegare le ragioni di questo tipo di interventi, sposta un po' il baricentro della scusa, e' sempre un regolamento di conti, per lui, ma non tra bande rivali, quanto, le bande stanno eliminando gli informatori, "sono criminali -aggiunge- che uccidono altri criminali".
Le ragioni di questa mattanza sono proprio da ricercare nel piglio di Shinawatra, nell'aver messo troppa fretta ai funzionari locali di "pulire tutto dalle droghe", e questi, a meta' tra la smania di una promozione e la paura di "essere finiti", si sanno dando un po' tropo da fare, nel cercare di riportare risultati immediatamente.
La mattina del 30 aprile, Shinawatra comunque annuncera' al Paese che e' libero dalle droghe (o in alternativa, libero dai thailandesi, visti i numeri la "guerra alla droga" non potrebbe andare avanti per molto). Qualche funzionario ci rimettera' il posto (per il momento siamo a quota 700), e, dalla mattina del primo maggio, i soliti tre milioni di thailandesi, continueranno a fare uso di meth, e il traffico illegale riprendera' le sue rotte.
I media annunceranno la vittoria della "cultura della vita".
Anche se non viene in mente nessuna partita di eroina tagliata male che sia riuscita a fare 600 morti in venti giorni.
 
 
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