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Svizzera. La droga del canton Ticino
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Articolo di Rosa a Marca
14 marzo 2003 21:04
 
Nel Canton Ticino proliferano le aziende agricole che coltivano la canapa indiana all'aperto o nelle serre. I campi sono spesso recintati e controllati da guardie private e cani feroci.
In Svizzera la coltivazione della canapa era diffusa fino agli anni 40, per poi scomparire e farvi ritorno negli anni 90. La prima coltivazione estensiva nel Ticino viene segnalata nel 1993 e da allora lo sviluppo e' rapido e inarrestabile, tanto che in pochi anni la Confederazione Elvetica diventa il Paese europeo con la superficie piu' vasta coltivata a canapa.
Gran parte delle aree pianeggianti del Canton Ticino sono destinate a questa coltivazione. I proprietari dei terreni li possono vendere a 8-10 volte il prezzo di mercato perche' intorno a quest'affare proliferano il lavoro nero, nuove societa' fiduciarie, studi notarili e contabili: tutta una situazione complessa e difficile da smantellare.
Terminale ultimo della produzione sono i canapai, i cui negozi sono pieni di "sacchetti odorosi", confezioni di erba da riporre nella biancheria, come fossero fiori di lavanda. Chi vuol farsi una canna, purche' maggiorenne, entra e acquista uno di questi sacchetti per 17 euro: se ne possono ricavare cinque dosi generose.
A rendere possibile il tutto e' la legge federale sugli stupefacenti o sostanze psicotrope, che risale al 1951 e che, all'articolo 8 recita: "I seguenti stupefacenti non possono essere coltivati, importati, fabbricati oppure posti in commercio: a, b, c, d, la canapa, per estrarne stupefacenti". Quindi e' perfettamente legittimo coltivare la canapa e metterla in commercio non a scopo stupefacente.
Sono due gli aspetti che allarmano le autorita' del Ticino. Il primo e' la diffusione della cannabis tra i giovani, e in particolare tra i ragazzini di 12-13 anni, con conseguenze pesanti sulla salute e il rendimento scolastico. Il secondo e' il sentiero di Ho Chi Min, il confine italo-svizzero diventato il passaggio dei giovani lombardi e dei corrieri che vengono a comprare un tipo di marijuana ad elevata concentrazione del principio attivo (Thc): 16-18%, contro l'8% di quella che si trova sul mercato italiano, generalmente di produzione albanese.
 
 
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