Lo psichiatra Miguel Marset, dal 1995 dirige il programma svizzero di distribuzione controllata di eroina e l'anno scorso ha preparato il progetto per la Giunta andalusa, ora approvato dal ministero della Sanita'.
L'eroina e' un medicinale, sostiene Miguel Marset. "Con l'eroina si devono abbandonare i pregiudizi ideologici, etici e religiosi". In un'intervista al quotidiano "ElPais" assicura che il progetto elvetico e' senz'altro esportabile purche' il consenso sia reale; se no si rischiano sabotaggi che nulla hanno a che vedere con la scienza. La prudenza e' una virtu', ma il Plan Nacional sobre Drogas non puo' pretendere a priori un successo garantito: gli eroinomani sono difficili da trattare.
Entrando nel merito dell'esperienza svizzera, Marset spiega come l'Organizzazione mondiale della Sanita' , pur critica verso la metodologia adottata, ha dovuto riconoscere che i pazienti ne traggono giovamento.
Dal 1994 al 2000 sono stati assistiti 1.700 dei 30.000 eroinomani registrati in Svizzera. Risultati: 110 hanno fallito; 136 sono arrivati all'astinenza e 164 sono passati al metadone; gli altri proseguono con il trattamento. I servizi, oltre a fornirgli la sostanza, li assistono dal punto di vista medico e sociale poiche' la finalita' non e' l'astinenza, bensi' il recupero di condizioni di vita accettabili e il reinserimento sociale dei molti che continueranno a prendere l'eroina per tutta la vita.
Anche in Olanda e' stata avviata una sperimentazione analoga, e nella maggioranza dei Paesi occidentali si sta andando in quella direzione. Pero' fornire eroina non basta, bisogna puntare sulla prevenzione. In assenza di efficaci strumenti di prevenzione e di educazione sanitaria, la legalizzazione delle droghe farebbe solo aumentare il consumo.