L’uso di droghe (soprattutto eroina, e non solo) è in crescita, dice il prefetto di Firenze, Valerio Valenti (1). E sottolinea che la repressione da sola non basta per combattere il fenomeno: “è necessario intervenire sulla prevenzione per comprendere e spezzare la catena che incide sull’aumento della domanda… stiamo lavorando con gli assistenti sociali…”. Motivi? Disagio post-covid e crisi economica, secondo il prefetto.
E’ bene ricordare che prefetto significa Polizia, non amministrazione o sanità o educazione. Queste ultime istituzioni, ognuna nel suo ambito, sono comunque impegnate e coordinate fra di loro e con la polizia.
Nonostante questo impegno di scoraggiamento al consumo, di cura e prevenzione, il fenomeno è sempre confermato, Il riferimento legislativo è a norme che vietano il consumo che, invece, si approvvigiona dal mercato nero. Mercato che si avvale di narco-Stati (2), corruzione, disperazione… tutti gestiti dalla malavita organizzata.
Nei Paesi in cui alcune droghe sono state legalizzate, il fenomeno è sempre in calo e, soprattutto, tutti i problemi connessi al mercato nero, sono in via di estinzione (per esempio alcuni Stati Usa e Canada).
In Italia sembra non se ne venga fuori. Anzi. Il nuovo governo ha delegato al Dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio il sottosegretario Alfredo Mantovano che, stando alla sua storia, sembra abbia tutte le intenzioni non solo di mantenere le attuali leggi, ma anche di renderle più proibizioniste. E gli esponenti del governo, quando gli capita, si esprimono solo per leggi ancora più severe sui consumi.
Il problema è “quando gli capita”, perché se sulla materia ci fosse approfondimento e impegno, non si dovrebbe che sfociare in una legalizzazione, così come accade, per esempio, in Usa, dove anche i partiti conservatori perorano la causa delle legalizzazioni.
E non se ne viene fuori neanche a Firenze dove del fenomeno se ne occupano essenzialmente le cronache nere e sanitarie… “quando capita”.
Che è lì il problema. Occuparsi di un fenomeno che riguarda una pratica illegale (consumo di droghe illegali) non può che portare ad una approssimazione degli interventi con una forte prevalenza di quelli repressivi… che da sempre hanno dimostrato non solo di non essere efficaci, ma di favorire illegalità e delinquenza.
Finché la legislazione nazionale è quella che è, si va poco lontano.
L’unico intervento, che per le loro competenze in parte è già svolto dalle strutture sanitarie,
sarebbe quello di riduzione del danno. Che anche le strutture pubbliche potrebbero fare interpretando le norme sanitarie e di ordine pubblico mettendosi, probabilmente, anche in conflitto con l’ordinamento nazionale.
Per farlo ci vuole coraggio civico che, in questo momento, né il Prefetto e tantomeno l’amministrazione mostrano disponibilità.
Continuiamo a tenerci gli appelli e le analisi “quando capitano”.
Note
1 - La Nazione del 11/12/2022
2 - Afghanistan e Siria i più noti, ma non di meno; Messico, Colombia, Perù, Bolivia, Paraguay, Honduras, Albania, Olanda, Marocco, Myanmar, Thailandia.. per citare solo i maggiori, e dove le mafie italiane fanno da padrone.
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