Si e' chiuso a Cusco (570 km a sudest di Lima) il 17.mo vertice del Gruppo di Rio composto dai 19 Paesi dell'America Latina. La dichiarazione finale e' in cinque punti: lotta contro la poverta', governabilita' democratica, meccanismi finanziari per rafforzare le democrazie, identita' culturale e pace e sicurezza. Quest'ultimo punto in particolare prevede di rafforzare il sistema multilaterale delle Nazioni Unite, anche attraverso la riforma del Consiglio di sicurezza, e di rafforzare anche le forme di cooperazione nella lotta contro il terrorismo e le sue connessioni con le droghe illegali, il riciclaggio di denaro e il traffico di armi, intensificare lo scambio di informazioni per prevenire atti di terrorismo e reprimere il suo finanziamento.
Accordo anche per chiedere l'intervento delle Nazioni Unite per trovare una soluzione pacifica al conflitto colombiano. Unica voce critica quella del presidente venezuelano, Hugo Chavez: "cio' che e' stato deciso sulla Colombia e' molto pericoloso. Apre le porte ad un problema molto piu' grave rispetto ad una guerra: all'interventismo".
Al vertice di Cusco il presidente colombiano Alvaro Uribe ha parlato degli sforzi del suo Paese nella lotta al narcotraffico e alle coltivazioni illegali di coca, un tema chiave nella guerra contro i gruppi armati illegali, che si finanziano proprio grazie al mercato degli stupefacenti. Il ministro dell'Interno colombiano, Fernando Londoño, aveva affermato che entro la fine dell'anno la Colombia non sarebbe piu' stato il primo Paese produttore di coca, ma Uribe ha precisato che "il proposito e' quello di eliminare la droga in Colombia quanto prima. Non possiamo impegnarci per una data precisa, ma il mondo deve sapere che questa nostra determinazione a farlo e' totale". Sul quotidiano peruviano "La Republica" oggi appare un'intervista ad Uribe, e quando gli viene chiesto se crede che il narcotraffico finira' solo quando gli Stati Uniti finiranno di consumare droga, risponde "per risolvere questo problema dobbiamo agire tutti. Quelli che producono, quelli che consumano. Tutti dobbiamo agire perche' finisca".