testata ADUC
Peru'. Hernando De Soto: "Attenzione a criminalizzare i cocaleros!"
Scarica e stampa il PDF
Articolo di a cura di Donatella Poretti
12 marzo 2003 18:01
 
Intervista di Carlos Noriega a Hernando de Soto, il sociologo peruviano, su "Somos", settimanale peruviano del 10 marzo 2003.


Hernando de Soto propone alternative pratiche per rispondere alle domande dei produttori di foglia di coca.
ATTENZIONE A CRIMINALIZZARE I COCALEROS!
Esperto nei programmi di sviluppo alternativo e di sostituzione delle coltivazioni, l'autore de "Il Mistero del Capitale" e presidente dell'"Istituto Liberta' e Democrazia" mette in guardia dai rischi che lo scontro tra autorita' e rappresentanti dei cocaleros si aggravino e replica ad alcune proposte fatta da politici locali

D: Qual'e' la sua valutazione di questi scontri tra cocaleros e Governo
R: Credo che il conflitto sia eredita' degli ultimi anni del Governo Fujimori e la sua origine sta nel non avere rispettato promesse fatte ai cocaleros. Gli si era offerto di creare istituzioni per integrarli nella societa' legale e in cambio loro avevano dato la vita lottando contro Sendero Luminoso. Ma questo non si e' realizzato fino ad ora, cosi' come neppure si e' portato avanti il dialogo con loro, ne' con l'offerta di un'assistenza tecnica e neppure con i titoli di proprieta'.
(.)
D: Quale conseguenza comporta la criminalizzazione dei cocaleros
R: Bisogna decriminalizzarli e non lasciare che si identifichino con i narcotrafficanti, perche' il giorno che questo accadra' i cocaleros avranno incontrato i loro generali e i narcotrafficanti le loro truppe.
D: E' d'accordo con chi sostiene che gli Usa stanno facendo pressioni sul Governo peruviano per criminalizzare i cocaleros e militarizzare le eradicazioni delle coltivazioni di coca?
R: Gli Usa difendono i loro interessi, ma la mia esperienza mi suggerisce che quando gli si propone una politica alternativa, l'accettano. Nel 1990 alla Casa Bianca accettarono la nostra proposta di decriminalizzare i cocaleros. Se ora gli Usa sostengono un'altra cosa e' perche' le autorita' peruviane non hanno saputo fare una proposta alternativa.
D: E di fronte a questa mancanza di proposte c'e' il pericolo che la violenza arrivi ai livelli della Bolivia o della Colombia? R: Questo e' un grande rischio e spero che non avvenga, tuttavia -purtroppo- sembra che sia proprio cosi'. (.)
D: Il Plan Colombia fa aumentare il rischio per il Peru'?
R: Le circostanze sono contro di noi perche', da una parte, i cocaleros maltrattati in Bolivia si sono organizzati politicamente e, dall'altro lato, con il Plan Colombia hanno iniziato a fare la guerra ai narcotrafficanti e ai cocaleros. Oggi, per fare affari con la coca, non e' una buona idea investire in una Colombia in guerra, neppure in Bolivia, dove Evo Morales, sta dominando. Allora arrivano in Peru', Ecuador o Brasile.
D: E cosa propone per evitare che i recenti conflitti si trasformino in una guerra aperta?
R: Dobbiamo realizzare la promessa di far si' che i cocaleros facciano parte di un regime legale e dialogare con loro. Per portare avanti un dialogo proficuo occorre in primo luogo identificarli, perche' il Governo deve sapere se realmente si sta dialogando con rappresentanti autorizzati a sottoscrivere un accordo. Alle volte quelli che gridano di piu' non sono quelli che sono veramente rappresentativi. Bisogna dare dei titoli di proprieta' perche' se non c'e' un sistema di proprieta' uno puo' negoziare solo con i dirigenti politici, e questo si chiama "politicizzazione della foglia di coca", e quando questo avviene si mette di mezzo il diavolo. Credo che dobbiamo avere una strategia di individualizzare e spoliticizzare il problema della coca.
D: Come si realizza questo?
R: Con i titoli di proprieta', che inoltre permetteranno di sapere quanti ettari possiede ciascun cocaleros, e cosi' poter vedere come fornire gli elementi necessari perche' cresca una ricchezza alternativa alla coca. Facendoli proprietari si possono rendere responsabili affinche' si compiano i patti di sostituzione delle coltivazioni. (.)
(.)
D: Che cosa ne pensa della proposta fatta da un gruppo di parlamentari europei di legalizzare il consumo, la produzione e la vendita delle droghe per farla finita con le mafie del narcotraffico?
R: Cosi' come mi era sembrato corretto che gli Usa avessero regolamentato il consumo di alcol, mi sembra importante iniziare a pensare a questa proposta per le droghe. In questa direzione, gli europei hanno realizzato i passi piu' importanti. Mi sembra che questa sia la strada buona da percorrere.
D: Crede che sia praticabile pensare a questo in questi momenti?
R: Credo che stiamo vivendo in un mondo imperfetto e che tuttavia non siamo arrivati a questo punto, per questo dobbiamo convivere con politiche imperfette. Un Paese come il Peru' non puo' neppure prendere in considerazione questa proposta fino a che non siano d'accordo i Paesi consumatori. Se arriveremo al momento in cui il Nord e il Sud si intenderanno su questo tema, allora potremmo applicare questa politica di legalizzazione. Al momento, la maniera migliore di strangolare il narcotraffico in Peru' e' quella di smettere di produrre coca.
D: Le sue tesi economiche riducono il problema della poverta' e del sottosviluppo all'esclusione legale e, percio', la soluzione ai titoli di proprieta' e alla regolarizzazione, ma che cosa succede con l'esclusione sociale ed economica?
R: Bisogna domandarsi perche' i benefici economici non arrivano alla maggior parte della popolazione. Bisogna vedere quali sono le condizioni per creare prosperita', perche', per esempio, nel secolo XIX gli Stati Uniti erano piu' poveri del Messico e all'inizio del XX secolo il Giappone era piu' povero del Peru'. La condizione per raggiungere la ricchezza e' quella di essere regolari e questo e' quello che hanno fatto i Paesi sviluppati. La poverta' e' causata essenzialmente dalla mancanza di strumenti legali che permettano agli individui di essere riconosciuti, di poter partecipare al mercato, di esportare, accedere al credito, ricevere apporti di capitale. Non vedo altre cause per la poverta'. (.)
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS