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Peru'. Coca, cocaina e danni ambientali
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Articolo di Donatella Poretti
24 aprile 2002 20:16
 
Il quotidiano ecuadoriano El Comercio, ospita oggi un intervento dell'ambasciatore Usa in Peru', John R. Hamilton, sui danni ambientali della coca e della cocaina.
"Quando parliamo dell'impatto del narcotraffico in Peru', ci riferiamo alla corruzione, al terrorismo, alla sicurezza nazionale e al consumo di stupefacenti. Questi sono gravi problemi che richiedono la nostra attenzione. Tuttavia, un altro aspetto, che colpisce seriamente il Peru' e che non e' preso in considerazione nella sua reale dimensione, e' il danno che provoca la coltivazione della coca e la produzione della cocaina per l'ambiente". Poi Hamilton ricorda che il rio delle Amazzoni, che nasce in Peru', e' il fiume piu' grande del mondo, che l'Amazzonia e' "il polmone" del pianeta con le sue foreste e con la sua biodiversita' animale e vegetale, e che tutto questo e' messo a rischio proprio dalla produzione della coca. Viene stimato, infatti, che la distruzione di piu' di 2,3 milioni di ettari sono da imputare proprio alle coltivazioni di coca, ovvero un quarto di tutta la deforestazione peruviana.
Il narco-contadino cocalero sta provocando dei danni al terreno, erodendo il suolo e favorendo le inondazioni. Ma per Hamilton "la coltivazione della coca, non solo degrada l'ambiente in Peru', ma lo avvelena. I narcos-cocaleros impiegano circa 350 tonnellate di pesticidi l'anno con componenti altamente tossici, che pregiudicano la salute degli stessi contadini. Questi componenti tossici vanno poi a confluire nei fiumi della conca amazzonica, distruggendo la vita naturale e contaminando l'acqua. La produzione della cocaina avvelena ancora di piu' l'ambiente. Il narcotraffico crea come rifiuti piu' di 13.500 tonnellate di sostanze tossiche in Amazzonia, tra cui cherosene, acidi e ammoniaca".
 
 
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