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Onu. Vienna: il comitato dei saggi. Lobbyng europea contro la repressione
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Articolo di Rosa a Marca
15 aprile 2003 17:46
 
"La guerra contro la droga e' un fiasco: e' ora di cambiare politica". Questo il messaggio che i rappresentanti di alcuni Governi europei vorrebbero far passare alla conferenza ministeriale delle Nazioni Unite sulla droga che si svolge a Vienna dall'8 al 17 aprile. Le leggi nazionali devono adeguarsi alle convenzioni dell'Onu, che fissano l'elenco delle sostanze proibite e le regole da applicare in materia di repressione del traffico e del consumo.
Nel 1998, l'ultima assemblea generale si era posta l'obiettivo di "un mondo senza droghe nel 2008". Prevedeva l'eradicazione in dieci anni delle coltivazioni di coca, di oppio e di cannabis, e la riduzione della domanda nei Paesi consumatori. Ma quest'approccio essenzialmente repressivo, ispirato dagli Stati Uniti, oggi e' rifiutato da numerosi esperti europei, i quali pensano che sia in contraddizione con le politiche di riduzione del danno messe in atto in gran parte dei Paesi dell'Unione: scambio di siringhe, test, prodotti di sostituzione, depenalizzazione del consumo.
"Basta con i preconcetti: non esiste un legame tra la severita' delle politiche antidroga e la riduzione dei consumi", afferma Raymond Kendall. Questo poliziotto, ex segretario dell'Interpol, e' il portavoce di un comitato dei saggi composto da leader europei (giuristi, ricercatori, alti funzionari), tra i quali Michèle Barzach e Rita Suessmuth, ex ministri francesi e tedeschi della Sanita', Manuela Castrillo, giudice dell'Alta Corte penale di Madrid, il deputato britannico Chris Mullin. Un "think-tank" deciso a far sentire la propria voce presso la Commissione narcotici dell'Onu.
"Il meno che si possa dire, e' che il piano varato nel 1998 e' lontanissimo dal mostrare la sua efficacia -prosegue Kendall-: il consumo di droga continua ad aumentare in tutto il mondo; il traffico genera corruzione e criminalita' endemiche; i costi sociali della repressione sono esorbitanti e marginalizzano gli utenti, poiche' mancano i mezzi per la prevenzione e la cura che gli servirebbero".
Dei 15 Paesi della Ue, solo i rappresentanti di Francia e Svezia si sono opposti alle conclusioni del comitato dei saggi nell'ultima conferenza europea sulla droga, organizzata ad Atene all'inizio di marzo. Cio' che fa prevedere delle discussioni piuttosto animate in quel di Vienna.
 
 
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