Da lunedi' l'ex capo della Polizia colombiana, Rosso José Serrano, e' a Washington a curare la sua candidatura per la direzione dell'agenzia Onu contro la droga, l'Undcp. La strada per lui non si presenta in discesa.
Serrano rimane comunque un "poliziotto" e questo non sembra giocare a suo favore, visto che per l'incarico c'e' soprattutto bisogno di un abile politico, o ancora meglio di un politico che sappia muoversi bene nell'ambiente diplomatico per procurarsi i fondi e i finanziamenti per tenere in piedi l'agenzia Onu, e il "poliziotto" Serrano non conosce neppure troppo bene l'inglese. Lo stesso Governo colombiano ha aspettato molto prima di dare l'appoggio formale alla sua candidatura, e solo martedi' scorso l'ambasciatore colombiano alle Nazioni Unite ha consegnato nelle mani di Kofi Annan il sostegno del presidente Andres Pastrana. Mentre il suo nome era uscito in dicembre grazie a due deputati statunitensi repubblicani, Benjamin Gilman e Dan Burton, e solo la settimana passata si e' mossa la Dea, l'agenzia antidroga Usa, con il capo della stessa Dea, Asa Hutchinson, che ha inviato una lettera al segretario di Stato Usa, Colin Powell, per fare pressioni sulla candidatura di Serrano. Ma la Casa Bianca ancora non si e' mossa in nessuna direzione.
Ogni momento puo' essere buono perche' dal Palazzo di Vetro giunga l'annuncio ufficiale su chi sara' il prossimo "zar mondiale antidroga". La partita sara' aperta ancora per poco sul successore dell'italiano Pino Arlacchi. Sara' ancora un italiano scelto nell'ampia rosa di nomi proposta, oppure sara' l'iraniano-britannico Hamid Ghodse, che gode della stima di Annan, oppure lo scandinavo Steneir B. Bjornsson, che da gennaio gestisce l'ufficio dopo il ritiro di Arlacchi?