Come avevamo ben intuito ieri, sulla stampa italiana non c'e' traccia del Rapporto 2001 dell'International Narcotics Control Board di Hamid Ghodse, dove, tra l'altro, si fanno accuse precise all'Italia di essere troppo lassista in materia di legislazione sulle droghe. In tutto il mondo se e' parlato di questo Rapporto e se ne continua a parlare, ma qui non esiste: in modo soft e' stato imposto il silenzio e tutti lo hanno "rispettato".
La stampa italiana, invece, ci offre due perle per la nomina del successore di Pino Arlacchi alla direzione dell'Undcp, e ci vengono dal "Corriere della sera" e da "La Stampa".
Il primo, con il titolo "Onu, sale la candidatura di de Franchis", ci informa in 12 righe di una colonna sulla vicenda, ricordandoci che oltre al favorito ci sono gli italiani Alberto Michelini e Antonio Maria Costa, un britannico e pochi altri. Chi glielo ha detto?
Il quotidiano di Torino, invece, sempre usando i verbi al condizionale, titola "Antidroga, in corsa un altro italiano", con nel sottotitolo dell'articolo a tre colonne "Il Governo indica Alberto Michelini come successore di Arlacchi". Ce ne scusi il quotidiano "La Stampa", ma l'articolo firmato da "m.mo." e' esilarante quando, dopo aver detto che Silvio Berlusconi in persona avrebbe indicato il deputato milanese di Forza Italia, per presentare lo stesso, dice "Michelini per Annan non e' comunque uno sconosciuto: i due ebbero modo di conoscersi pochi anni fa quando venne presentato a New York un lungo filmato sulla vita di Giovanni Paolo II realizzato dal deputato di Forza Italia grazie a materiale in gran parte rimasto fino allora inedito". Come credenziali per dirigere una agenzia Onu anti-droga, non c'e' male, o forse, vista la situazione drammatica della questione (resa tale proprio dalle politiche Onu/Undcp in materia) si puo' solo sperare in un intervento divino, la tradizionale ultima spiaggia delle politiche fallimentari?
Se qualcuno aveva qualche dubbio di come gli italiani, e l'informazione del nostro Paese, affrontano la questione droga e le sue politiche, crediamo abbia tutti gli elementi per levarselo: ricerca della poltrona usando le uniche credenziali che il politico italiano medio possa offrire in un contesto internazionale, l'ammanicamento con la Chiesa romana. Mancano solo il sole e gli spaghetti, e il quadretto sarebbe completo. Del resto non potrebbero offrire altro, o forse la gestione Arlacchi dell'Undcp puo' essere portata a vanto e merito? O forse la lungimiranza delle scelte interne dell'attuale Governo, con l'informazione che fa circolare e, soprattutto, quella che non fa circolare, e' baluardo e bandiera di una soluzione del problema? No, l'Italia non ha niente da offrire, se non i soldi e l'incompetenza con cui ha fino ad oggi gestito, in sede internazionale quanto nazionale, le politiche in materia.