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Onu/Afghanistan. Terrorismo internazionale e il gioco di Pino Arlacchi
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Articolo di Vincenzo Donvito
21 settembre 2001 18:42
 
In una conferenza stampa, Pino Arlacchi, direttore dell'Undcp, ha lamentato il fatto che la Convenzione internazionale di Palermo del dicembre 2000 sia sta ratificata solo da tre Paesi (Gran Bretagna, Botswana e Sri Lanka). Per entrare in vigore dovrebbe essere ratificata da almeno 40 Paesi; gli Usa, per esempio, hanno firmato il documento, ma il Congresso non l'ha ancora ratificato. Questa convenzione, in otto punti, nella lotta al narcotraffico elimina la nozione di segreto bancario, un provvedimento che e' combattuto dalle istituzioni finanziarie di molti Paesi come motivo per non collaborare con le indagini che dovrebbero servire ad individuare, congelare e confiscare i beni dei narcotrafficanti.
"Dobbiamo sconfiggere il finanziamento del terrorismo -ha detto Arlacchi- in quanto e' uno degli attori sui mercati finanziari internazionali. Il denaro guadagnato finora dall'Afghanistan attraverso il traffico di stupefacenti e' andato a finanziare il terrorismo internazionale" (nel Paese dei Taleban si producevano 4 mila tonnellate di oppio all'anno, tre quarti del totale mondiale).
L'occasione della conferenza stampa, e' stata colta dal professor Arlacchi per ribadire che quest'anno sul territorio afghano controllato dai Taleban non e' stato piantato e raccolto il papavero da oppio. "E' vero che alla frontiera tra Afghanistan e Tajikistan sono stati individuati 40 depositi di eroina -ha detto Arlacchi- ma le riserve non durano in eterno". Gli effetti di questa situazione si sentiranno dal prossimo anno in Europa, con l'aumento del prezzo dell'eroina grazie alla riduzione dell'offerta (che ha gia' fatto aumentare quest'anno i prezzi del 2000 per cento). Un fatto che fa esclamare al nostro "Mi sento orgoglioso del nostro lavoro in Afghanistan", perche', secondo le sue informazioni non si ha notizia di un ritorno alla coltivazione del papavero da oppio, pur se la semina stagionale e' cominciata da una settimana.
Chissa' cosa ne penseranno le migliaia di vittime della delinquenza cosiddetta piccola, che, legata al procacciamento del denaro per acquistarsi l'eroina, si deve moltiplicare e rendersi piu' remunerativa, visto che il prodotto da comprare costa di piu', e non di poco. E chissa' come si staranno sfregando le mani i grandi trafficanti che, da un mercato dove la domanda continua ad esserci e l'offerta a restringersi, non possono che trarne vantaggio: i pericoli derivanti dai traffici clandestini diminuiscono in quanto ci sono meno taffici, ma quelli che rimangono sono molto piu' remunerativi. Non solo, ma poiche' la domanda continua ad esserci, e' evidente che ci saranno sempre nel mondo dei posti dove impiantare la coltivazione di papaveri da oppio, anche con la complicita' (velata o meno) dei Governi locali (oltre a far sperare lunga vita a chi nel Triangolo d'Oro indocinese continua a piantare papaveri da oppio e produrre eroina).
Tutto questo sembra essere ignorato dal professor Arlacchi, cosi' contento di ricordare il suo successo. Ma, mentre il qualsivoglia presidente del comitato del piccolo quartiere raccoglie gloria presso i residenti perche' e riuscito a debellare lo spaccio nella sua zona, spostandolo nel quartiere accanto, nel caso di Arlacchi, avendo a che fare con istituzioni internazionali (e quindi con un "quartiere" che si chiama mondo), non comprendiamo dove sia il successo e la soddisfazione.
Sempre in questa conferenza stampa il nostro ha ribadito l'estraneita' del suo ufficio nel finanziamento del Governo dei Taleban, ma su questo rimandiamo a quanto gia' espresso in altri articoli del Notiziario il giorno 14 e il giorno 15 settembre
 
 
 
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