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Onu. 400 tonnellate di eroina afghana nel 2003
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Articolo di Alessandro Garzi
26 maggio 2003 19:16
 
Secondo i dati in possesso del Roca, l'ufficio regionale per l'Asia centrale dell'Agenzia dell'Onu per la lotta alla droga e alla criminalita' (Ondccp), da tre anni guidato da una italiana, Antonella Deledda, romana, ex funzionario della Camera, dalla rotta della droga afghana, alla fine del 2003 saranno passate circa 400 tonnellate di eroina. Una quantita' di questa (circa la meta'), purissima, raggiungera' il mercato europeo. L'altra, servira' a soddisfare i vari mercati a basso prezzo che incontra lungo la strada, che vedono un consumo continuamente in crescita (in Afghanistan circa il 7% dei quindicenni fa uso di eroina, una dose costa l'equivalente di una birra, e si calcolano circa 400.000 consumatori in totale). Il valore della droga lungo il percorso dal produttore al consumatore, sale da uno a cento. Il chilo di eroina che costa 300 dollari in Afghanistan, alla produzione, ne costa 7.000-8.000 in Uzbekistan e Kirghizistan, per raggiungere i 20.000 in Kazakistan.
Nel 2003 sono inoltre triplicati i dati che riguardano i sequestri. E questo, secondo l'agenzia, puo' far pensare ad un maggiore controllo ed a una maggiore forza di repressione, ma e' anche il termometro dell'aumento del traffico stesso.
Il traffico lungo la "via afghana", che ripercorre, piu' o meno, l'antica via della seta, secondo Antonella Deledda, non e' solo un problema che riguarda i Paesi coinvolti, ma l'intera comunita' internazionale. Questi traffici fruttano infatti 2.3 miliardi di dollari ogni anno, che pongono enormi problemi se visti in relazione alla lotta alla criminalita' internazionale ed al terrorismo.

Il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, di ritorno da un viaggio nella zona, ha sottolineato "quanto sia subdolo il legame tra terrorismo, che adduce motivazioni ideologiche, e il traffico di droga che ha solo motivazioni di profitto". Negli incontri avuti nel corso della sua visita, la scorsa settimana in Asia Centrale, il sottosegretario si e' sentita spesso dire che il problema della droga e' di portata internazionale e va affrontato quindi in modo collettivo. La sua risposta e' stata che il problema deve essere affrontato con una fortissima volonta' politica e che e' "su questa volonta' che i Paesi saranno messi alla prova anche se il loro compito e' immenso".

Il Roca opera su vari livelli: arginare l'offerta, contenere la domanda, fornire assistenza ai vari Paesi per la messa a punto degli strumenti legislativi, gestendo il coordinamento degli aiuti e delle iniziative e la relativa banca dati. L'auspicio di Antonella Deledda e' che i vari donatori scelgano di non muoversi ciascuno per proprio conto con evidenti rischi di dispersioni e duplicazioni, ma di agire in maniera coordinata attraverso l'Onu. Dall'Italia si attende soprattutto che continui nella politica di sostegno all'Onu concentrandosi in particolare nella lotta agli effetti sociali del fenomeno.
Il problema e' che i Paesi donatori tendono a dare la priorita' alla sola azione repressiva, sulla quale si stanno concentrando grossi interventi finanziari a livello internazionale, c'e' un recente stanziamento di 15 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti e c'e' un programma europeo in fase di studio per circa 40 milioni di dollari.
 
 
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