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Nuova Zelanda. Rapporto sulla cannabis: cambiare le leggi
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Articolo di Alessandro Garzi
8 agosto 2003 20:36
 
Cresce la fiducia di un cambiamento delle leggi sulla cannabis in Nuova Zelanda da parte dei Verdi dopo il rapporto dell'Health Select Comittee sulla sostanza.
Il rapporto riafferma che l'uso moderato e "saltuario" di cannabis da parte di persone adulte non provoca gravi danni alla salute, e che questo tipo di consumatori non dovrebbe dunque essere criminalizzato (e queste parole, piu' o meno, le uso' anche, il dott. Woodward dell'American Medical Association nel lontano 1937 mentre si discuteva il Marijuana Tax Act n.d.r.). Il fine della legge, secondo il comitato dovrebbe essere quello di evitare l'uso di cannabis nei minori ed in modo "problematico". Per ottenere questo scopo, prosegue il rapporto, la migliore strategia e' ritenuta quella della riduzione del danno. Infine, il fatto che la sostanza sia proibita non elimina il problema dell'uso da parte dei piu' giovani, ne' impedisce alla sostanza stessa di agire come "droga d'ingresso" nei confronti di stupefacenti piu' pesanti.
Per Nandor Tanczos, portavoce dei Verdi per le politiche sulla droga, questi dati significano che "e' il proibizionismo, la vera porta d'ingresso alle droghe pesanti. Alla luce dell'allarme per il crescente uso di metanfetamine, la parte del rapporto che parla di una legislazione che favorisce il mercato nero e che espone i consumatori di cannabis alle droghe pesanti, dovrebbe almeno dare nell'occhio. Inoltre, viene fatto notare come l'Olanda, con la sua legislazione piu' tollerante, abbia una quantita' di giovanissimi che fanno uso di cannabis minore alla Nuova Zelanda".
E' d'accordo con il collega di partito Sue Kedgley, responsabile alle politiche per la sanita' dei Verdi: "il partito supporta le politiche di riduzione del danno verso la cannabis, e chiede che vengano cambiate le leggi in materia. Anche perche', come si legge nel rapporto, e' dura educare ed offrire cure ai giovanissimi, o condurre ricerche su qualcosa che e' illegale".
"Affermare che e' il proibizionismo la droga d'ingresso -risponde Judy Turner, portavoce sulla Sanita' dello United Future Party- e' una tesi per lo meno stupida. E ci sono studi su studi che riportano che anche un uso moderato e saltuario di cannabis possa portare a diverse malattie, soprattutto nell'area dell'infermita' mentale (la tesi, sostenuta da chi volle il Marijuana Tax Act, sempre nel lontano 1937). Non esiste nessun partito che mostri meno responsabilita' in ogni materia di quanto i Verdi non facciano con le droghe. Non c'e' nessun tossicodipendente, da cocaina o da P (metanfetamine), che non abbia cominciato con la cannabis. Le prove sono sotto gli occhi di tutti, eccetto i Verdi che non le vedono, o meglio, non le vogliono vedere. E stiamo parlando dell'unico partito che si e' opposto a classificare il P tra le droghe di classe A".
Judy Turner e' invece a favore dell'uso medico della cannabis, "se -e solo se- ci siano chiare prese di posizione in tale senso da parte della comunita' scientifica", facendo quindi della cannabis una sostanza come la morfina, illegale per strada, ma usata negli ospedali. Ma per la Turner, "desta qualche sospetto che chi chiede la legalizzazione della cannabis siano gli stessi che chiedono il loro uso per scopi terapeutici. E a questo punto dobbiamo chiederci se la proposta non sia piuttosto un cavallo di Troia per far si' che la sostanza, in quanto tale, venga accettata".
Il leader dello United Future Party, Peter Dunne, invece, si preoccupa delle sorti elettorali dei Verdi che "non hanno imparato bene la lezione nell'ultima tornata elettorale: i neozelandesi non amano le politiche pro-cannabis. Nonostante cio' che vorrebbero i Verdi, infatti, la popolazione sa perfettamente che la cannabis e' l'ingresso al fallimento sociale e scolastico per i nostri figli e che porta all'utilizzo costante di droghe devastanti come il P".
E Dunne viene anche confortato dalle parole del suo alleato di Governo, il leader dei Progressisti Jim Anderton che ha rassicurato che l'esecutivo non prendera' posizioni "soft" sulle droghe. Sono contento -ha detto Anderton- che il comitato non abbia chiesto in maniera specifica un cambiamento della legge sulla cannabis in senso antiproibizionista, perche' se il comitato avesse chiesto una legge del genere, i Progressisti si sarebbero opposti. Personalmente, sono contrario a dare ai giovani un disco verde verso le droghe, per quanto abbia qualche simpatia per coloro che chiedono che la vita di un adolescente non venga rovinata perche' viene trovato con uno spinello".
Contraria a cambiare in senso piu' liberale la legge e' anche Lynda Scott, portavoce per la Sanita' del New Zealand National Party: "la cannabis ha dimostrato di essere dannosa per l'integrita' fisica e mentale degli individui, specialmente dei nostri giovani". La Scott ammette l'uso medico della cannabis "ma solo in forma di capsula o di spray", e rivendica inoltre "il diritto delle scuole a portare avanti politiche di tolleranza zero verso le droghe".
Duncan Eddy, della Dunedin Coalition for Cannabis Law Reform, invece, non puo' che essere entusiasta dei risultati del comitato: "il rapporto -dice- non lascia piu' terreno perche' il proibizionismo sulla cannabis continui. Purtroppo, il comitato ha chiesto ancora tempo prima di affermare una volta per tutte che il proibizionismo e' fallito. In questo Paese, ogni 22 minuti, una persona e' arrestata per cannabis. Ed il tempo chiesto non fa che aumentare le sofferenze di chi si trova contro la legge. Il Governo dovrebbe provvedere ad un'amnistia, mentre la commissione lavora al cambiamento delle leggi".
Ed anche in Nuova Zelanda (nonostante la distanza dall'Italia), quindi, funziona a pieno regime la "moltiplicazione dei rapporti", quando si parla di droga. Un rapporto esce, e le dichiarazioni dei vari "responsabili" per la sanita' o per qualche struttura sociale dei partiti, fanno un commento che ricalca (anzi, rafforza) fedelmente la posizione che ognuno aveva prima della pubblicazione. Bene o male, sul rapporto c'e' scritto tutto, e se lo si guarda bene ci sara' di sicuro la frase "la cannabis provoca malattie mentali" ed anche "la cannabis puo' essere legalizzata domani".
I rapporti sulla droga, in mano ai politici, sono un po' come i risultati delle elezioni amministrative, ogni partito se li interpreta a modo suo.
 
 
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