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‘ndrangheta player mondiale nell’imprenditoria della droga
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Articolo di Redazione
7 maggio 2023 16:39
 
Affogato in poche righe delle oltre 3.100 pagine che descrivono l’operazione Eureka – che quattro giorni fa ha stroncato una gestione miliardaria del narcotraffico lungo l’asse Aspromonte-Colombia – c’è l’eterno manifesto della ’ndrangheta: arricchire le cosche e lasciare poveri i calabresi.
In questa operazione – i cui fili sono stati tirati dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo – sono complessivamente indagati, a vario titolo, 202 soggetti ma quel che si legge nella profondità del modus operandi della criminalità internazionale è ancor più interessante della superficie che parla di guadagni miliardari.

Le 23 tonnellate di cocaina sequestrate tra Belgio e Italia, di cui si legge nelle carte di Eureka, avrebbero fruttato al dettaglio circa 2,5 miliardi di euro, che sono nulla rispetto ai miliardi incassati da quelle stesse cosche aspromontane con le centinaia di tonnellate di ogni tipo di droga che sfuggono ai controlli e arrivano nelle piazze fisiche e virtuali di spaccio.

Dietro i miliardi delle cosche della Locride c’è una visione strategica descritta in modo esemplare in un dialogo, in lingua inglese, intercettato nell’autunno 2020 dalla procura di Reggio Calabria tra un imprenditore italo-australiano indagato – che secondo la Dda è un concorrente esterno, che può far convogliare negli affari, dal punto di vista finanziario, i profitti illeciti che alcune cosche di ‘ndrangheta ricavano dal grande affare del narcotraffico – e un suo amico in Australia.

Il dialogo intercettato

Indagato: Sto facendo (business, ndr) qui in Calabria, perché c’è molto denaro della droga, perché i calabresi sono più famosi di Pablo Escobar in tutto il mondo per il traffico di cocaina.
Di fronte a queste inquietanti verità, il suo interlocutore ride.

Indagato: È vero, queste persone che vivono qui tu pensi che non hanno soldi ma hanno più soldi delle banche, alcune persone non tutte ma qualcuna di loro, quindi non possono fare queste cose qui perché hanno bisogno della gente che lavori per loro quindi se crei lavoro per loro qui, chi lavorerà per loro e andrà in carcere per loro, nessuno, capisci quello che intendo dire?
L’interlocutore capisce il concetto: i ricchi criminali hanno bisogno di chi faccia fruttare i soldi ma senza distribuire ricchezza, altrimenti chi farà il lavoro sporco e sarà pronto a sacrificarsi per loro in una cella?
Qualora non fosse chiaro, l’imprenditore rende ancor più limpido il concetto.

Indagato: Quindi i soldati bisogna tenerli molto poveri, se li tieni in povertà, va bene per loro perché ci saranno molti soldati da mandare a fare il traffico per loro, capisci quello che dico?
Gli ingredienti per godersi la vita ci sono tutti, basta sapere come miscelarli nelle giuste quantità.
Indagato: Fin quando tieni i tuoi marescialli qui e non parli troppo e non ti mischi con le persone, qui avrai una bellissima vita. Nessuno si preoccupa, capisci quello che dico?

L’amico australiano capisce perfettamente ma l’imprenditore insiste: «Per questo sono qui. Una bella vita». Sarà la Giustizia a fare il suo corso e a stabilire se l’indagato in questione, così come gli altri 201 di questa inchiesta, sarà o meno colpevole dei reati ascritti ma quel che conta è la certificazione di una ‘ndrangheta player mondiale nell’imprenditoria.

(Roberto Galullo su IlSole24Ore del 06/05/2023)
(la versione integrale di questo articolo è su https://24plus.ilsole24ore.com)

 
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