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Mondo. "Marijuana March": dagli albori all'epilogo
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Articolo di Katia Moscano
5 maggio 2003 9:36
 
Il fine settimana appena trascorso ha visto migliaia di persone manifestare in 230 citta' del mondo a favore della legalizzazione della marijuana, per la liberta' dei trattamenti curativi e per la differenziazione tra droghe pesanti e leggere. Queste sono alcune tra le proposte avanzate dalla manifestazione che, in una forma o nell'altra, e' attiva da piu' di 30 anni e solo dal 1999 e' nota come "Million Marijuana March".
L'ideatore e' l'attivista americano Dana Beal, con alle spalle una lunga storia di militanza per i diritti civili e dei malati, artefice di Rock Against Racism Usa, sostenitore dall'86 della marijuana a scopo terapeutico per i malati di AIDS, organizzatore nel `97 della marcia per le persone disabili in carrozzella da Boston a Washington a sostegno dell'uso terapeutico della marijuana, co-fondatore di "Cure not Wars", un'associazione che si oppone alla "War on Drugs" statunitense e fautrice della decriminalizzazione dell'uso personale di qualsiasi droga.
Nel 1999 Beal da' il via alla Million Marijuana March a New York, che da allora si ripete ogni primo fine settimana di maggio e rapidamente si e' espansa ad altre citta' nel mondo: 90 nel 2000, 140 nel 2001, 200 nel 2002 fino alle 230 di questo anno, secondo il sito ufficiale della manifestazione.
Beal e' stato un precursore delle cure alternative e sperimentali per le tossicodipendenze, si e' opposto a qualsiasi tabu' legato alla ricerca scientifica ed e' oggi uno dei principali sostenitori della ibogaina, sostanza proibita al pari di marijuana o LSD.
L'ibogaina e' una pianta dell'Africa centro-occidentale (Gabon, Camerun, Zaire e Congo) usata dalle popolazioni locali per gli effetti curativi, studiata e analizzata fuori del continente africano agli inizi del 1900 in Francia. Le virtu' terapeutiche si rivelarono subito nella possibilita' di curare persone con problemi psichiatrici e poi per i tossicodipendenti. Nel 1980 Beal inizio' con Howard Lotsof il progetto per rendere la Ibogaina disponibile ai tossicodipendenti, essendo una sostanza utile per interrompere la dipendenza e nel 1999 fu il co-promotore della "First International Ibogaine Conference" a New York.
Per onore di cronaca occorre dire che la marcia quest'anno e' stata particolarmente "disertata" dai suoi sostenitori, che pure sono migliaia nel mondo. A New York hanno partecipato 200 persone contro le 6000 dello scorso anno, ma come ha affermato una attivista presente: " in citta' ci sono state ultimamente troppe manifestazioni e le persone hanno dovuto scegliere quelle alle quali intervenire". Mentre a Toronto, viste le prese di posizione del governo pro-decriminalizzazione dell'uso della marijuana -per le quali si sta inimicando gli Stati Uniti- i manifestanti, bene abituati, chiedevano la legalizzazione. Unica nota di colore a Budapest, con le fazioni "pro marijuana e quelle contro" che si sono bersagliate di uova e pomodori, ma questo e' comprensibile perche' e' il primo anno che la marcia si svolge nella citta' magiara e gli animi sono ancora "caldi". Per tutte le altre citta' si e' trattata della solita manifestazione "di colore" che certamente non creera' dibattiti o contrasti -civili- tra le diverse parti.
 
 
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