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Marocco. Export non ufficiale
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Articolo di Alessandro Garzi
27 maggio 2003 18:02
 
Ufficialmente, la prima fonte di entrata di valuta straniera nelle casse del Marocco, e' il turismo. Effettivamente, la prima fonte e' l'hashish. Quest'anno la superficie coltivata ha raggiunto i 250.000 ettari, (contro i 120.000 del 2000, i 50.000 del 1994 e i 5.000 del 1956) e fruttera' un introito di circa 2.75 miliardi di euro.
Nelle scorse settimane, diversi membri delle autorita' hanno proposto ai contadini un cambio di coltivazione, con il finanziamento europeo di un milione di euro, ma i circa 200.000 contadini (piu' le loro famiglie) che vivono del raccolto di cannabis in quelle che una volta erano parti delle comunita' hippie, e che adesso sono roccaforti delle mafie internazionali, lavorando per chi produce cotone o pomodori, guadagnerebbero molto di meno, da 10 a 40 volte.
Con le leggi di alcuni Paesi europei che si sono fatte piu' leggere, in Gran Bretagna, per esempio, sta cominciando a prendere corpo sempre di piu' la coltivazione di tipo "domestico", e i consumatori preferiscono sempre di piu' la marijuana all'hashish. La paura, nel Rif, e' che qualche Paese europeo possa legalizzare l'uso e la coltivazione della cannabis, rovinando, in pratica, l'economia locale.
Per questo sul monte Chaouen sta cominciando a prendere vita un'altra forma di coltivazione. E nei suq si cominciano a trovare piante che servono ufficialmente per la medicina tradizionale: il papavero da oppio, l'ingrediente principale dell'eroina.
 
 
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