Chissà se il ministro della Giustizia reggerà al chiacchiericcio che si è diffuso su intercettazioni, privacy e mafia. E, soprattutto, chissà se il governo di cui è parte avrà capacità di non infognarsi nella difesa del particolare sovranista scambiandolo per quello pubblico (1).
Carlo Nordio è persona di integerrima carriera garantista e sembra isolato quando, per esempio, sostiene che uno dei problemi base del nostro sistema giudiziario è l’essere fondato sul codice Rocco, figlio del fascismo e incompatibile con l’attuale Costituzione.
Mentre il ministro dichiara questa sua preoccupazione, non registriamo altrettanto impegno sulle droghe illegali. Il narcotraffico, e lo spaccio, sono uno dei pilastri del business della mafia, con un ruolo internazionale che la fa essere fulcro indispensabile e hub europeo. Tutti lo sanno e fanno finta di niente, con l'aggiunta di un ministro degli Interni che in materia non solo sa poco, ma quando lo esterna fa danno (2).
Comprendiamo che per Nordio il suo ministero diventerebbe ancora più difficile. Non solo, in un governo con molti nostalgici del fascismo, sostiene l’abolizione del codice penale del regime mussoliniano… ma perorare legalizzazione delle droghe in un governo in cui c’è gara a sostenere che l’unica lotta alle droghe è continuare con gli insuccessi proibizionisti degli ultimi 50 anni… sarebbe tosto e aggiungerebbe incertezza al suo dicastero.
Non solo ma, mentre sul garantismo generico nel governo ha consenso fintanto che non tocca gli interessi politico/elettorali della maggioranza, sulle droghe illegali l’effetto sarebbe devastante: a parte qualche illuminista ben nascosto, non c’è nessuno antiproibizionista e/o disponibile a ragionare sui diritti dell’individuo (vedi
aborto).
Eppure garantismo e antiproibizionismo vanno di pari passo. E’ incontestabile che nei Paesi (3) in cui alcune droghe sono state legalizzate, le mafie ne hanno risentito.
Il ministro Nordio deve decidere se essere paravento di riformicchie che alla fine si annullano da sole o affrontare i nodi del sistema giustizia e libertà. Non è facile e non siamo certo noi a dar lezioni di fattibilità (ché nell’attuale governo e maggioranza ci sembra difficile): ci limitiamo a fotografare la realtà e a comunicarla a chi di dovere, soprattutto quando quest’ultimo ha storia e principi non contraddittori.
NOTE
1 - politica già messa in atto, per esempio, sulle
accise della benzina
2 - per il ministro
Matteo Piantedosi nel 2022, solo di cocaina e solo per la Guardia di Finanza, i sequestri in Italia sarebbero stati 50 milioni di tonnellate. Non sappiano cosa sia successo di particolare nel 2022, ma l’ultima relazione della DCSA (Direzione Centrale Servizi Antidroga - Ministero Interno), che viene pubblicata ogni 26 giugno coi dati dell’anno precedente (2021 nel nostro caso) ci informa che complessivamente i sequestri di droghe illegali sono stati 91 tonnellate, con un record di 20 tonnellate per la cocaina.
3 - alcuni Stati Usa, Canada, Uruguay.
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