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Legalizzazione cannabis. Urge! Referendum!
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Articolo di Vincenzo Donvito
5 aprile 2021 12:30
 
  14 proposte di legge giacciono in Parlamento. “Giacciono” è la parola giusta: sono lì come ci si abbandona inerti, senza forze, su un giaciglio. E’ appunto la forza che manca: nessun esame avviato. 7 sono Cinque Stelle, 3 P.Democratico, una rispettivamente Maie (Movimento Associativo Italiani all'Estero), Leu (Liberi e Uguali) e Forza Italia. Infine la proposta di iniziativa popolare del gruppo #megliolegale (68mila firme del novembre 2016) che “giace” dalla scorsa legislatura. A parte quella proibizionista di Forza Italia, le altre sono legalizzatorie.

L’altro giorno il Governo ha delegato alle politiche antidroga il ministro delle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, antiproibizionista, provocando anche minacce di boicottaggio di tutta la politica del Governo di semi-unità nazionale.

Questo il quadro che ci si prospetta con un tema “sensibile” come le droghe illegali. Al pari dei “vecchi” divorzio, contraccezione e aborto; e gli attuali eutanasia e diritti Lgbtiq. Diritti individuali su cui, ideologi di varie risme, vogliono mantenere e rafforzare norme estranee alla realtà.

Al presunto avvio di un confronto parlamentare è sicuro il boicottaggio della minoranza proibizionista, come è stato fino ad oggi. Quindi, delegato assente come fino ad oggi o delegato antiproibizionista, si prospetta una sfiancante quanto inutile contesa. Inutile perché non è un mistero che la maggioranza degli elettori, al pari dei parlamentari, sia legalizzatrice… ma in Parlamento giocano due pratiche micidiali: opportunità e opportunismo.

Vogliamo quindi che nei prossimi mesi ci si intrecci sugli ostruzionismi parlamentari della minoranza, mettendo anche in gioco tutta la difficile politica del governo Draghi, aumentando così le opportunità degli opportunisti? Crediamo sia bene considerare che in Usa, dove opportunità e opportunismi parlamentari giocano come da noi, la quasi totalità delle legalizzazioni statali non sono state parlamentari, e solo di recente, dopo il “dilagare” delle legalizzazioni referendarie, cominciano a fare capolino (New York docet) le pronunce parlamentari.

Crediamo opportuno evitare l’immobilismo da ostruzionismo parlamentare e portare in piazza tutte le opinioni per una decisione che nasca dall’elettorato. Facendo tesoro del precedente referendum dello scorso secolo che consigliò di legalizzare. Il mondo e l’Italia sono cambiate (sentenze non-proibizioniste a iosa inclusa la Corte Costituzionale). Non mancano tecnici per studiare una efficacia abrogazionista (gli unici referendum con valore legislativo).
 
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